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Lorenzo Da Ponte
Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni

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  • ATTO I
    • SCENA XIII
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SCENA XIII

DonnAnna e Don Ottavio.

 

ANNA

Don Ottavio, son morta!

 

OTTAVIO

 Cosa è stato?

 

ANNA

Per pietà, soccorretemi!

 

OTTAVIO

 Mio bene...

Fate coraggio!

 

ANNA

Oh Dei! Quegli è il carnefice

Del padre mio.

 

OTTAVIO

 Che dite...

 

ANNA

Non dubitate più: gli ultimi accenti

Che l’empio proferì tutta la voce

Richiamar nel cor mio di quell’indegno

Che nel mio appartamento...

 

OTTAVIO

Oh ciel! possibile

Che sotto il sacro manto d’amicizia...

Ma come fu, narratemi,

Lo strano avvenimento.

 

ANNA

 Era già alquanto

Avanzata la notte,

Quando nelle mie stanze, ove soletta

Mi trovai per sventura, entrar io vidi

In un mantello avvolto

Un uom che al primo istante

Avea preso per voi:

Ma riconobbi poi

Che un inganno era il mio.

 

OTTAVIO

(con affanno)Stelle! seguite.

 

ANNA

Tacito a me s’appressa,

E mi vuol abbracciar: sciogliermi cerco,

Ei più mi stringe; grido:

Non vien alcun. Con una mano cerca

D’impedire la voce,

E coll’altra m’afferra

Stretta così, che già mi credo vinta.

 

OTTAVIO

Perfido! e alfin?

 

ANNA

 Alfin il duol, l’orrore

Dell’infame attentato

Accrebbe sì la lena mia, che, a forza

Di svincolarmi, torcermi e piegarmi,

Da lui mi sciolsi.

 

OTTAVIO

Oimè! respiro.

 

ANNA

 Allora

Rinforzo i stridi miei, chiamo soccorso,

Fugge il fellon, arditamente il seguo

Fin nella strada per fermarlo, — e sono

Assalitrice d’assalita. Il padre

V’accorre, vuol conoscerlo, e l’iniquo,

Che del povero vecchio era più forte,

Compie il misfatto suo col dargli morte.

 

Or sai chi l’onore

Rapire a me volse,

Chi fu il traditore,

Che il padre mi tolse;

Vendetta ti chiedo;

La chiede il tuo cor.

 

Rammenta la piaga

Del misero seno,

Rimira di sangue

Coperto il terreno,

Se l’ira in te langue

D’un giusto furor.

 




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