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Lorenzo Da Ponte Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA XVI Giardino di Don Giovanni con due porte chiuse a chiave per di fuori; nel fondo il palazzo illuminato; due nicchie ai lati.
Masetto e Zerlina; Coro di contadini e di contadine sparse qua e là che dormono e sedono sopra sofà d’erbe.
Masetto: senti un po’! Masetto, dico!
Non mi toccar.
Perché?
Perché mi chiedi? Perfida! il tatto sopportar dovrei
Io non merto da te tal trattamento!
Come! ed hai l’ardimento di scusarti? Star sola con un uom; abbandonarmi Il dì delle mie nozze! porre in fronte Questa marca d’infamia! Ah se non fosse, Se non fosse lo scandalo vorrei...
Ma se colpa io non ho! ma se da lui Ingannata rimasi... E poi, che temi? Tranquìllati, mia vita: Non mi toccò la punta delle dita. Vien qui; sfògati; ammazzami, fa’ tutto Di me quel che ti piace; Ma poi, Masetto mio, ma poi fa’ pace.
Starò qui come agnellina
Lascerò straziarmi il crine,
Questa strega sedurmi! siamo pure
(di dentro) Sia preparato tutto a una gran festa!
Ah Masetto, Masetto! odi la voce
Ebben, che c’è?
Verrà!
Lascia che venga.
Ah se vi fosse
Di cosa temi? — Perché diventi pallida? Ah capisco. Com’è tra voi passata la faccenda.
Presto presto pria ch’ei venga
Tu non sai quel che può far.
Oggi vuol precipitar.
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