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Lorenzo Da Ponte Il dissoluto punito o sia il Don Giovanni IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA III
Eccomi a voi!
(Veggiamo che farà.)
(a Leporello, scambiandolo per Don Giovanni) Dunque creder potrò che i pianti miei Abbian vinto quel cor? Dunque pentito L’amato Don Giovanni al suo dovere
(alterando la voce) Sì, carina!
Quante lagrime e quanti
Io, vita mia?
Voi.
Mi fuggirete più?
Sarete sempre mio?
Sempre.
Carissima! (La burla mi dà gusto.)
Mio tesoro!
Mia Venere!
Son per voi tutta foco!
Io tutto cenere.
E non m’ingannerete?
No, sicuro.
Che bacio con trasporto... e a quei bei lumi...
(finge di uccider qualcheduno con la spada alla mano) Ih Eh Ih Eh Ih Ah — sei morto!
Oh Numi! (fuggono)
(ride) Ih Eh Ih Eh Ih Ah! Par che la sorte Le finestre son queste: ora cantiamo.
Deh vieni alla finestra, o mio tesoro! Deh vieni a consolar il mio pianto: Se neghi a me di dar qualche ristoro, Davanti agli occhi tuoi morir vogl’io.
Tu ch’hai la bocca dolce più che il miele, Tu che il zucchero porti in mezzo al core, Non esser, gioia mia, con me crudele: Làsciati almen vedere, mio bell’amore! V’è gente alla finestra! sarà dessa:
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