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Lorenzo Da Ponte Le nozze di Figaro IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA II
La Contessa, Susanna, poi Cherubino.
Che questo giovinotto abbia del Conte Le stravaganze udite? Ah tu non sai!... Ma per qual causa mai Da me stessa ei non venne?... Dov’è la canzonetta?
Eccola: appunto Zitto, vien gente: è desso. Avanti avanti:
Ah, non chiamarmi Con nome sì fatale! ei mi rammenta Che abbandonar degg’io
E tanto bella!
Ah sì... certo...
(imitandolo)Ah sì... certo... Ipocritone!
Chi n’è l’autor?
Prendi la mia chitarra, e l’accompagna.
Io sono sì tremante... Ma se Madama vuole...
Lo vuole, sì lo vuol. Manco parole.
La Susanna fa il ritornello sul chitarrino.
Voi che sapete Che cosa è amor S’io l’ho nel cor.
Quello ch’io provo Vi ridirò; È per me nuovo,
E in un momento
Fuori di me
Senza voler, Senza saper,
Ma pur mi piace Languir così.
Voi che sapete Che cosa è amor, S’io l’ho nel cor.
Bravo! che bella voce! Io non sapea
Oh in verità Egli fa tutto ben quello ch’ei fa.
Tutto mi disse.
(si misura con Cherubino) Andrà benissimo: Siam d’uguale statura... giù quel manto,
(a Susanna) Che fai?
Niente paura.
E se qualcuno entrasse?
Ma come poi Acconciargli i capelli? —
Una mia cuffia Presto!
Susanna va nel gabinetto a pigliar una cuffia;Cherubino si accosta alla Contessa, e gli lascia veder la patente che terrà in petto; la Contessa la prende, la apre, e vede che manca il sigillo.
Che carta è quella?
La patente.
L’ebbi or da Basilio.
(gliela rende) Dalla fretta obliato hanno il sigillo.
(sorte) Il sigillo di che?
Della patente.
Ecco la cuffia.
(a Susanna)Spìcciati: va bene. Miserabili noi, se il Conte viene.
Venite inginocchiatevi: (prende Cherubino e lo fa inginocchiare davanti, poco discosto dalla Contessa che siede) (lo pettina da un lato, poi lo prende nel mento e lo volge a suo piacere)
(Cherubino, mentre Susanna lo sta acconciando, guarda la Contessa teneramente) (sèguita ad acconciarlo ed a porgli la cuffia) Madama qui non è.
Quel ciglio un po’ più basso... Quando sarete in piè.
Mirate il bricconcello! Che furba guardatura!
Han certo il lor perché.
Quante buffonerie!
Ma se ne sono Volete tralasciar d’esser sì bello?
Finiam le ragazzate: or quelle maniche Onde più agiatamente
(eseguisce)Ecco.
Più indietro. Così: (scoprendo un nastro, onde ha fasciato il braccio) Che nastro è quello? —
È quel ch’esso involommi.
(stacca il nastro)E questo sangue?
(turbato) Quel sangue... io non so come... Poco pria sdrucciolando... In un sasso... la pelle io mi graffiai... E la piaga col nastro io mi fasciai.
Mostrate: non c’è mal. Cospetto! ha il braccio Più candido del mio! qualche ragazza...
Va’ nel mio gabinetto, e prendi un poco D’inglese taffetà, ch’è sullo scrigno;
In quanto al nastro... (guarda un poco il suo nastro)
Cherubino inginocchiato lo osserva attentamente.
Mi spiacea di privarmene...
(entra e le da il taffetà e le forbici)
Un altro nastro Prendi insiem col mio vestito.
Susanna parte per la porta ch’è in fondo e porta seco il mantello di Cherubino.
Ah più presto m’avria quello guarito! —
Perché? — questo è migliore!
Allor che un nastro... Legò la chioma... ovver toccò la pelle... D’oggetto...
È buon per le ferite! non è vero? Guardate qualità ch’io non sapea!
Madama scherza; ed io frattanto parto.
Oh me infelice!
(con affanno e commozione) Or piange...
O ciel! perché morir non lice! Forse vicino all’ultimo momento...
(gli asciuga gli occhi col fazzoletto) Siate saggio: cos’è questa follia?
Si sente picchiare alla porta.
(fuori dalla porta) Perché chiusa? —
Il mio sposo, o Dei! son morta! Voi qui senza mantello! In quello stato! un ricevuto foglio... La sua gran gelosia!
(con più forza)Cosa indugiate?
(confusa) Son sola... anzi... son sola...
E a chi parlate?
A voi... certo... a voi stesso...
Dopo quel ch’è successo, il suo furore... (entra nel gabinetto, e chiude)
Ah mi difenda il cielo in tal periglio!
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