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Lorenzo Da Ponte
Le nozze di Figaro

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  • ATTO II
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SCENA II

 

La Contessa, Susanna, poi Cherubino.

 

CONTESSA

Quanto duolmi, Susanna,

Che questo giovinotto abbia del Conte

Le stravaganze udite? Ah tu non sai!...

Ma per qual causa mai

Da me stessa ei non venne?...

Dov’è la canzonetta?

 

SUSANNA

Eccola: appunto

Facciam che ce la canti.

Zitto, vien gente: è desso. Avanti avanti:

Signor uffiziale.

 

CHERUBINO

 Ah, non chiamarmi

Con nomefatale! ei mi rammenta

Che abbandonar degg’io

Comare tanto buona...

 

SUSANNA

E tanto bella!

 

CHERUBINO

(sospirando)

Ah sì... certo...

 

SUSANNA

(imitandolo)Ah sì... certo... Ipocritone!

Via presto la canzone

Che stamane a me deste

A Madama cantante.

 

CONTESSA

(aprendola)

Chi n’è l’autor?

 

SUSANNA

(additando Cherubino)

 Guardate: ha due braccia

Di rossor sulla faccia.

 

CONTESSA

Prendi la mia chitarra, e l’accompagna.

 

CHERUBINO

Io sono sì tremante...

Ma se Madama vuole...

 

SUSANNA

Lo vuole, sì lo vuol. Manco parole.

 

La Susanna fa il ritornello sul chitarrino.

 

CHERUBINO

Voi che sapete

Che cosa è amor

Donne vedete

S’io l’ho nel cor.

 

Quello ch’io provo

Vi ridirò;

È per me nuovo,

Capir nol so.

 

Sento un affetto

Pien di desir,

Ch’ora è diletto.

Ch’ora è martir.

 

Gelo, e poi sento

L’alma avvampar,

E in un momento

Torno a gelar.

 

Ricerco un bene

Fuori di me

Non so chi ’l tiene,

Non so cos’è.

 

Sospiro e gemo

Senza voler,

Palpito e tremo

Senza saper,

 

Non trovo pace

Notte,

Ma pur mi piace

Languir così.

 

Voi che sapete

Che cosa è amor,

Donne vedete

S’io l’ho nel cor.

 

CONTESSA

Bravo! che bella voce! Io non sapea

Che cantastebene.

 

SUSANNA

Oh in verità

Egli fa tutto ben quello ch’ei fa.

Presto a noi bel soldato:

Figaro v’informò...

 

CHERUBINO

Tutto mi disse.

 

SUSANNA

Lasciatemi veder.

(si misura con Cherubino) Andrà benissimo:

Siam d’uguale statura... giù quel manto,

(gli cava il manto)

 

CONTESSA

(a Susanna)

Che fai?

 

SUSANNA

 Niente paura.

 

CONTESSA

E se qualcuno entrasse?

 

SUSANNA

Entri: che mal facciamo?

La porta chiuderò.

(chiude la porta)

Ma come poi

Acconciargli i capelli? —

 

CONTESSA

Una mia cuffia

Prendi nel gabinetto

Presto!

 

Susanna va nel gabinetto a pigliar una cuffia;Cherubino si accosta alla Contessa, e gli lascia veder la patente che terrà in petto; la Contessa la prende, la apre, e vede che manca il sigillo.

 

Che carta è quella?

 

CHERUBINO

La patente.

 

CONTESSA

Che sollecita gente!

 

CHERUBINO

L’ebbi or da Basilio.

 

CONTESSA

(gliela rende)

Dalla fretta obliato hanno il sigillo.

 

SUSANNA

(sorte)

Il sigillo di che?

 

CONTESSA

Della patente.

 

SUSANNA

Cospetto! che premura!

Ecco la cuffia.

 

CONTESSA

(a Susanna)Spìcciati: va bene.

Miserabili noi, se il Conte viene.

 

SUSANNA

Venite inginocchiatevi:

(prende Cherubino e lo fa inginocchiare davanti, poco discosto dalla Contessa che siede)

Restate fermo .

(lo pettina da un lato, poi lo prende nel mento e lo volge a suo piacere)

Pian piano or via giratevi:

Bravo, va ben così.

 

(Cherubino, mentre Susanna lo sta acconciando, guarda la Contessa teneramente)

La faccia ora volgetemi,

Olà quegli occhi a me.

(sèguita ad acconciarlo ed a porgli la cuffia)

Drittissimo: guardatemi.

Madama qui non è.

 

Più alto quel colletto...

Quel ciglio un po’ più basso...

Le mani sotto il petto...

Vedremo poscia il passo

Quando sarete in piè.

 

(piano alla Contessa)

Mirate il bricconcello!

Mirate quanto è bello!

Che furba guardatura!

Che vezzo, che figura!

 

Se l’amano le femmine,

Han certo il lor perché.

 

CONTESSA

Quante buffonerie!

 

SUSANNA

Ma se ne sono

Io medesma gelosa!

(prende pel mento Cherubino)

Ehi serpentello,

Volete tralasciar d’esser sì bello?

 

CONTESSA

Finiam le ragazzate: or quelle maniche

Oltre il gomito gli alza,

Onde più agiatamente

L’abito gli si adatti.

 

SUSANNA

 (eseguisce)Ecco.

 

CONTESSA

 Più indietro.

Così:

(scoprendo un nastro, onde ha fasciato il braccio)

Che nastro è quello? —

 

SUSANNA

È quel ch’esso involommi.

 

CONTESSA

(stacca il nastro)E questo sangue?

 

CHERUBINO

(turbato)

Quel sangue... io non so come...

Poco pria sdrucciolando...

In un sasso... la pelle io mi graffiai...

E la piaga col nastro io mi fasciai.

 

SUSANNA

Mostrate: non c’è mal. Cospetto! ha il braccio

Più candido del mio! qualche ragazza...

 

CONTESSA

E segui a far la pazza? —

Va’ nel mio gabinetto, e prendi un poco

D’inglese taffetà, ch’è sullo scrigno;

 

Susanna parte in fretta

 

In quanto al nastro...

(guarda un poco il suo nastro)

 

Cherubino inginocchiato lo osserva attentamente.

 

Inver... per il colore

Mi spiacea di privarmene...

 

SUSANNA

(entra e le da il taffetà e le forbici)

 Tenete:

E da legargli il braccio? —

 

CONTESSA

Un altro nastro

Prendi insiem col mio vestito.

 

Susanna parte per la porta ch’è in fondo e porta seco il mantello di Cherubino.

 

CHERUBINO

Ah più presto m’avria quello guarito! —

 

CONTESSA

Perché? — questo è migliore!

 

CHERUBINO

Allor che un nastro...

Legò la chioma... ovver toccò la pelle...

D’oggetto...

 

CONTESSA

(interrompendolo)

Forastiero,

È buon per le ferite! non è vero?

Guardate qualità ch’io non sapea!

 

CHERUBINO

Madama scherza; ed io frattanto parto.

 

CONTESSA

Poverin! che sventura!

 

CHERUBINO

Oh me infelice!

 

CONTESSA

(con affanno e commozione)

Or piange...

 

CHERUBINO

O ciel! perché morir non lice!

Forse vicino all’ultimo momento...

Questa bocca oseria!

 

CONTESSA

(gli asciuga gli occhi col fazzoletto)

Siate saggio: cos’è questa follia?

 

Si sente picchiare alla porta.

 

Chi picchia alla mia porta?

 

CONTE

(fuori dalla porta)

Perché chiusa? —

 

CONTESSA

Il mio sposo, o Dei! son morta!

Voi qui senza mantello!

In quello stato! un ricevuto foglio...

La sua gran gelosia!

 

CONTE

(con più forza)Cosa indugiate?

 

CONTESSA

(confusa)

Son sola... anzi... son sola...

 

CONTE

E a chi parlate?

 

CONTESSA

A voi... certo... a voi stesso...

 

CHERUBINO

Dopo quel ch’è successo, il suo furore...

Non trovo altro consiglio!

(entra nel gabinetto, e chiude)

 

CONTESSA

Ah mi difenda il cielo in tal periglio!

(prende la chiave)

 

 




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