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Lorenzo Da Ponte Le nozze di Figaro IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA V
Susanna e poi Cherubino.
SUSANNA Va’ là, vecchia pedante, Dottoressa arrogante, Perché hai letti due libri, E seccata Madama in gioventù... (mette il vestito sopra il seggiolone)
CHERUBINO (esce in fretta) Susannetta sei tu?
SUSANNA Son io; cosa volete?
CHERUBINO Ah cor mio, che accidente!
SUSANNA Cor vostro! Cosa avvenne?
CHERUBINO Il Conte ieri Perché trovommi sol con Barbarina, Il congedo mi diede; E se la Contessina, La mia bella comare, Grazie non m’intercede, io vado via, (con ansietà) Io non ti vedo più, Susanna mia!
SUSANNA Non vedete più me! Bravo! Ma dunque Non più per la Contessa Secretamente il vostro cor sospira? —
CHERUBINO Ah che troppo rispetto ella m’ispira! Felice te, che puoi Vederla quando vuoi, Che la vesti il mattino, Che la sera la spogli, che le metti Gli spilloni, i merletti... (con un sospiro) Ah, se in tuo loco... Cos’hai lì? — dimmi un poco...
SUSANNA Ah il vago nastro, e la notturna cuffia Di comare sì bella.
CHERUBINO Deh dammelo sorella, Dammelo, per pietà! (toglie il nastro di mano a Susanna)
SUSANNA Presto quel nastro! (vuol riprenderlo)
CHERUBINO (egli si mette a girare intorno al seggiolone) Oh caro, oh bello, o fortunato nastro! (bacia e ribacia il nastro) Io non te ’l renderò che con la vita!
SUSANNA (séguita a corrergli dietro, ma poi si arresta come se fosse stanca) Cos’è quest’insolenza?
CHERUBINO Eh via, sta cheta! In ricompensa poi Questa mia canzonetta io ti vo’ dare.
SUSANNA E che ne debbo fare?
CHERUBINO Leggila alla padrona: Leggila tu medesma; Leggila a Barbarina, a Marcellina; (con trasporti di gioia) Leggila ad ogni donna del palazzo!
SUSANNA Povero Cherubin, siete voi pazzo? —
CHERUBINO Non so più cosa son, cosa faccio, Or di fuoco, ora sono di ghiaccio, Ogni donna cangiar di colore, Ogni donna mi fa palpitar.
Solo ai nomi d’amor, di diletto, Mi si turba, mi s’altera il petto, E a parlare mi sforza d’amore Un desio ch’io non posso spiegar.
Parlo d’amor vegliando, Parlo d’amor sognando, All’acque, all’ombra, ai monti, Ai fiori, all’erbe, ai fonti, All’eco, all’aria, ai venti Che il suon de’ vani accenti Portano via con sé.
E, se non ho chi m’oda, Parlo d’amore con me.
Cherubino va per partire, e vedendo il Conte da lontano, torna indietro impaurito e si nasconde dietro il seggiolone.
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