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Lorenzo Da Ponte Le nozze di Figaro IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA VI
La Contessa, il Conte.
CONTE (alla porta del gabinetto con impeto) Esci ormai garzon malnato, Sciagurato, non tardar.
CONTESSA (ritirandolo a forza dal gabinetto) Ah signore, quel furore Per lui fammi il cor tremar.
CONTE E d’opporvi ancor osate?
CONTESSA No, sentite:
CONTE Via parlate.
CONTESSA Giuro al ciel ch’ogni sospetto... (tremante e sbigottita) E lo stato in che il trovate... Sciolto il collo... nudo il petto...
CONTE Nudo il petto! Seguitate.
CONTESSA Per vestir femminee spoglie...
CONTE Ah comprendo indegna moglie, Mi vo’ tosto vendicar. (s’appressa al gabinetto e poi torna indietro)
CONTESSA (con forza) Mi fa torto quel trasporto, M’oltraggiate a dubitar.
CONTE Qua la chiave.
CONTESSA Egli è innocente, Voi, sapete...
CONTE Non so niente. Va lontan dagli occhi miei. Un’infida, un’empia sei E mi cerchi d’infamar.
CONTESSA Vado... sì... ma...
CONTE Non ascolto.
CONTESSA Non son rea.
CONTE Vel leggo in volto! — Mora, mora, e più non sia Ria cagion del mio penar.
CONTESSA Ah la cieca gelosia Qualche eccesso gli fa far...
Il Conte apre il gabinetto, e Susanna esce sulla porta tutta grave, ed ivi si ferma.
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