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Jacopone da Todi
Laude

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  • LIX
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LIX

         L’anema ch’è viziosa

a l’onferno è arsemigliata.

         Casa fatta de demono,

àla presa en patremono.

         La Superbia s’è<n>e en trono,

peio ch’endemoniata.

         Socce tenebre d’Envidia

(a onne bene post’à ensidia;

         de ben non ci arman vestigia,

sì la mente à ottenebrata).

         Ècce acceso foco d’Ira,

a ffar mal la voglia tira;

         vòlvesse dentorno e gira,

mordenno ch’è arrabiata.

         L’Accidia una fredura

ci areca senza mesura,

         posta ’n estrema pagura

co la mente alienata.

         L’Avarizia pensosa

ècce, vermo che non posa;

         tutta la mente s’à rósa,

en tante cose l’à occopata!

         De serpent’e de dracuni

la Gola fa gran boccuni;

         e non pensa la rasone

de lo scotto a la levata!

         La Lussuria fetente,

ensolfato foco ardente;

         trista lassa quella mente,

che tal gente c’è albergata!

         Venite, gente, ad odire

e ostopite del vedere!

         ’N onfernera la mentèri,

en paradiso ogi è tornata.

         Da lo Pate el lum’è sceso,

don de grazia sì ci à miso;

         fatto sì n’à paradiso

de la mente viziata.

         Àce enfusa Umilitate,

morta ci à Superbîtate,

         che la mente en tempestate

tenìa sempre e ’n ruinata.

         L’Odionnà fugato

e lo core ànnamorato,

         al prossimo l’à trasformato,

en caritate abraccecata.

         L’Ira n’à cacciata fore

e mansueto à fatto el core,

         arfrenato onne furore,

che me tenìa ensaniata.

         E l’Accidia c’è morta

e Iustizia c’è resorta;

         dirizzatà l’alma storta

enn onne cosa ch’è ordenata.

         L’Avarizia n’è deietta

e Pietate se cci assetta;

         larga fa la benedetta

la sua gran lemosenata.

         Enfrenata c’è la Gola,

Temperanza ce ten scola,

         la necessetate sola,

quella sì ll’è admenestrata.

         La Lussuria fetente

è cassata de la mente;

         Castetate sta presente,

che la corte à relustrata.

         O cor, non essere engrato,

tanto ben che Deo t’à dato.

         Vive sempre ennamorato

co la vita angelicata.

 




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