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Jacopone da Todi
Laude

IntraText CT - Lettura del testo

  • V
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V

         Vorria trovar chi ama,

multi trovo ch’ esciama.

         credìa<n’> essere amato,

retrovome engannato,

         dividenno lo stato

per che l’omo sé n’ama.

         L’omo non ama mene,

ama que de me ène;

         però, vedenno bene,

veio che falso m’ama.

         S’e’ soricco, potente,

amato da la gente;

         retornanno a n<e>iente

onnom sì me desama.

         Ergo l’avere è amato,

càd eo soennodiato;

         però è ’n follestato

chi en tal pensier s’ennama.

         Veio la gentelezza,

che no n’aia ricchezza,

         retornare a vilezza;

onnom l’apella brama.

         L’omo ch’è enserviziato

da molta gente è amato;

         vedutolo enfermato,

onnomollalama.

         L’omo c’à sanetate

trova granne amistate;

         se i vèn la tempestate,

rómpeseli la trama.

         L’omo te vòle amare

mentre ne lograre;

         se no i pòi satisfare,

tòllete la tua fama.

         Fugio lo falso amore,

ché no me prenda el core;

         retornome al Signore,

ch’esso è lo vero ama.

 

 




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