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Jacopone da Todi
Laude

IntraText CT - Lettura del testo

  • VI
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VI

         Or se parerà chi averà fidanza?

La tribulanza, ch’è profetizzato,

da onne lato veiola tonare.

         La luna è scura e ’l sole è ottenebrato,

le stelle de lo cel veio cadere;

l’antiquo serpente pare scapolato,

tutto lo mondo veio lui sequire

L’acque s’à bevute d’onne lato,

flume Iordan se spera d’engluttire

e ’l populo de Cristo devorare.

         Lo sole è Cristo, che non fa mo segna,

per fortificar li soi servente;

miracul’ non vedim, che dia sostegna

a la fidelitatennela gente.

Questione ne fa gente malegna,

opprobrio ne dico mala mente;

rendenno lo’ rason, no i ’l potem trare.

         La luna è ’n Cristo l’ecclesia scurata,

la qual la notte al mondo relucìa.

Papa e cardenal’, con’ l’ò guidata,

la luce ène tornata en tenebrìa;

la universitate clericata

l’<ò> encursata e presà mala via.

O scire Deo, e chi porrà scampare?

         Le stelle che de celo socadute,

la universitate reliosa;

multi de la via se sopartute

et entrati per la via spinosa.

L’acque de lo deluvio sosalute,

copertò munti, somersonne cosa.

Adiuta Deo, adiut’a lo notare!

         Tutto lo mondo veio conquassato

e precipitanno va en ruina;

como l’omo ch’ è ’nfrenetecato,

a lo qual no om dar medecina,

li medeci sì l’ànno desfidato,

che non ce iova incantodottrina;

vedemolo enn estremo laborare.

         Tutta la gente veio ch’è signata

de caratti de l’antiquo serpente;

et en tre parte ’n ce l’à divisata:

chi d’una campa, l’altra el fa dolente.

L’Avarizia ne lo campo è ’ntrata,

fatt’à sconfitta e morta molta gente;

e pochi so’ che voglia contrastare.

         Se alcuno ne campa d’esta enfronta

metteli lo dado del sapere;

ìnflalo la scienzia e ’n altol monta

’n vilepennere l’altri en so tenere;

a l’altra gente le peccata conta,

le so porta dereto a non vedere;

voglione dicer multo e niente fare.

         Quelli pochi che ne socampati

de questi dui legami dolorusi,

enn altro sottil laccio li à ligate;

<’n> signi de santità sodesiusi,

far miraculi, rendar sanetate;

dicer ratt’e profezie sogulusi;

se alcun ne campa, ben Deo laudare!

         Àrmate, omo, ché sse passa l’ora,

che tu pòzze campar de questa morte;

nulla ne fo ancora cusì dura,

né altra ne sirà mai sì forte.

Li santi n’àber multo gran pagura

de venire a prendere queste scorte;

ad esserne scecurstolto me pare!

 




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