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Jacopone da Todi
Laude

IntraText CT - Lettura del testo

  • LXXXVII
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LXXXVII

         Senno me par e cortisia

empazzir per lo bel Messia.

         Ello me sa sì gran sapere

a cchi per Deo vòle empazzire,

         en Parisi non se vide

cusì granne filosafia.

         Chi pro Cristo va empazzato,

pare afflitto e tribulato,

         ma el è magistro conventato

en natura e ’n teologia.

         Chi pro Cristo ne va pazzo,

a la gente sì par matto;

         chi non à provato el fatto,

par che sia for de la via.

         Chi vòle entrare en questa scola,

trovarà dottrina nova;

         tal pazzia, chi non la prova,

ià non sa que ben se scia.

         Chi vòle entrare en questa danza

trova amor d’esmesuranza;

         cento dì de perdunanza

a chi li dice vellania.

         Chi girrà cercando onore,

no n’è degno del Suo amore,

         cà Iesù ’nfra dui latruni

en mezzo la croce staìa.

         Chi va cercando la vergogna,

bene me par che cetto iogna;

         ià non vada plu a Bologna

per ’mparare altra mastria.

 




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