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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO TERZO
    • XXVII
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XXVII

Veduto il viso et il parlar udito,

che di Terigi avean chiara sembianza,

Rinaldo fa carezze in infinito

al messaggier del conte di Maganza:

che sia d'Orlando, e quello avea sentito

per fama, gli dimanda con instanza;

come abbia a piè de l'Alpi, et indi appresso

Vercelli, in fuga il Longobardo messo.

 




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