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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO TERZO
    • LXXXVI
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LXXXVI

Passò lo scudo, la corazza e il petto;

e se l'asta allo scontro era più forte,

gli seria dietro apparso il ferro netto,

data fòra mai più degna morte.

Pur giacer gli conviene a suo dispetto,

né quindi si può tòr, ch'altri nol porte:

Orlando il lassa in terra e più nol mira,

volta il cavallo e Durindana aggira.

 




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