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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO QUARTO
    • XXXV
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XXXV

Si pone a Dio, con umiltà di mente,

de' suoi peccati a dimandar perdono,

che non lo danni alla infelice gente

di quei ch'al ciel mai per salir non sono.

Mentre che in ginocchion divotamente

sta così orando al basso curvo e prono,

un picciol lumicin d'una lucerna

vide apparir lontan per la caverna.

 




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