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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO QUARTO
    • LVI
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LVI

ché da quel canto il re mio padre Otton

temea che fosse l'isola assalita.

Signor di quel castell'era un barone

ch'avea la moglie di beltà infinita;

la qual tosto ch'io vidi, ogni ragione,

ogni onestà da me fece partita;

e tutto il mio voler, tutto il mio core

diedi in poter del scelerato amore.

 




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