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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO QUARTO
    • LXXIII
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LXXIII

Né sé né alcun de' suoi ch'io conoscessi

prima scopersi che sul legno fui;

ove lasciando a pena ch'io dicessi:

- Dio aiutami -, pigliar mi fece ai sui,

che come vespe e galavroni spessi

mi s'aventaro; e, comandando lui,

in mar buttarmi, ove già questa fera,

come Alcina ordinò, nascosa s'era.

 




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