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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO QUINTO
    • XIV
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XIV

E non poteron sì l'insidie astute,

l'arte e l'ingan del traditor crudele,

che non potesse più chi per salute

nostra morendo, volse bere il fele:

Gano le ordì, ma al fin l'Alta virtute

fece in danno di lui tesser le tele:

lo fe' da Bradamante e da Marfisa

metter prigione, e detto v'ho in che guisa.

 




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