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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO QUINTO
    • XVII
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XVII

Marfisa, che sapea che alcun errore,

né suo né del fratello, era precorso,

pel qual dovesse Carlo imperatore

contr'essi in sì grand'ira esser trascorso,

di giusto sdegno in modo arse nel core,

che, quanto ir si potea di maggior corso,

correr penso in Boemia e uccider Carlo,

che non potrian suoi Paladin vietarlo.

 




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