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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO QUINTO
    • LXXXIV
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LXXXIV

E se non fosser statilontani

da lui suoi cavallieri in fuga volti,

che fuggian come il cervo inanzi a' cani

o la perdice alli sparvieri sciolti;

tra lor per forza de piedi e di mani

saria tornato, e gli avria ancor rivolti:

ma che speme può aver perché contenda

che forza è ch'egli muoia o che s'arrenda?

 




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