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Ludovico Ariosto I cinque canti IntraText CT - Lettura del testo |
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XXXVII Poi, quando si trovava appresso a Carlo (ché tempo fu ch'era ogni giorno seco), rodea nascosamente come tarlo, dava mazzate a questo e a quel da cieco: sì raro dicea il vero, e sì offuscarlo sapea, che da lui vinto era ogni Greco. Giudicò Alcina, com'io dissi, degno cibo all'Invidia il cor di vizi pregno.
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