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Ludovico Ariosto
I cinque canti

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  • CANTO SECONDO
    • XXXVI
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XXXVI

Per le cittadi uomini e donne errando,

con visi bassi e d'allegrezza spenti,

andavan taciturni sospirando,

né si sentiano ancor chiari lamenti:

qual ne le case attonite avvien, quando

mariti o figli o più cari parenti

si veggon travagliar ne l'ore estreme,

ch'infinito è il timor, poca è la speme.

 




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