Le devozioni
Facendo il suo ingresso a Messina una delle prime preoccupazioni fu
quella di incrementare gli esercizi spirituali al popolo in preparazione alla
Pasqua, la confessione dei peccati soprattutto nella quaresima, il digiuno e la
penitenza.126
Era
scontato che anche Guarino si inseriva nel filone della devozione cattolica
dell’Ottocento che si caratterizzava per la centralità di Cristo e la devozione
mariana. In questo contesto la devozione all’Eucaristia e la devozione al sacro
Cuore, diventano momenti importanti nella vita religiosa del popolo. Certamente
le devozioni avevano valore soprattutto nella vita di pietà personale, ma non
mancava anche un valore espiatorio, apologetico, dimostrativo della
combattività non violenta del mondo cattolico nei confronti della società,
soprattutto dopo l’occupazione di Roma. Le festività servivano spesso per
riparare le bestemmie o gli attacchi alla chiesa e al papa. Le grandi
processioni, i pellegrinaggi, dovevano servire anche a dimostrare al governo il
radicamento popolare della chiesa cattolica e a far fronte alle iniziative
delle sette massoniche.127
Ma era soprattutto la devozione alla
Madonna che veniva incrementata in modo particolare. Il mezzo per estirpare
alla radice tutti i mali, secondo Guarino, era la devozione alla
Madonna.128 Certamente Guarino lodava e incrementava le devozione dei
messinesi alla Madonna della Lettera, ma non voleva una devozione che
coinvolgesse anche le scelte morali: “Non è possibile piacere a Dio e a Maria
senza l’integrità della fede e senza l’osservanza della Legge santa.129
L’arcivescovo incrementò la diffusione anche a Messina della celebrazione
solenne del mese di maggio e, sotto il pontificato di Leone XIII, dette impulso
molto forte alla recita pubblica e comunitaria quotidiana del Rosario nelle
parrocchie a cui poi si faceva seguire la benedizione eucaristica. Infatti a
partire dal1881 Guarino cominciò a chiedere insistentemente la recita del Rosario nelle parrocchie prima della
benedizione eucaristica.130 Le celebrazioni centenarie di Lepanto
finirono per incrementare ancora più questa devozione con la solennizzazione
del mese di Ottobre come mese del Rosario.
Le notificazioni dell’arcivescovo
Guarino furono puntuali e seguirono quelle papali Supremi Apostolatus dell’1 settembre 1883 e Superiore anno dell’anno seguente 1884 e il breve papale Apostolico salutaris del 24 dicembre
1884 con cui Rosario e Litanie venivano resi obbligatori in tutte le chiese
parrocchiali.131
Dopo l’enciclica Divinum illud munus del 9 maggio 1897 sullo Spirito Santo Guarino
invitò le sue parrocchie a celebrare solennemente le novena allo Spirito Santo
in preparazione alla festa della Pentecoste.132
Un posto particolare venne dato alla
devozione a S. Giuseppe che già a Palermo veniva celebrata dall’Associazione
del Boccone del Povero dopo che Pio IX l’aveva voluta proporre ai cristiani l
27 aprile del 1885. fu questa una delle prime devozioni raccomandate nel
1876.133 la devozione fu rilanciata da papa Leone con l’enciclica Quamquam pluries del 15 agosto 1889 che
assieme alla devozione del mese di maggio e del mese di ottobre raccomandava la
devozione a S. Giuseppe, proposto come modello dei padri di famiglia, dei
nobili, dei ricchi e dei proletari, dei quali esaltava la nobiltà del lavoro.
La devozione a S. Giuseppe doveva essere quasi un antidoto alla rivoluzione sociale. Guarino, seguendo le indicazioni di Leone
XIII che si rifaceva a un ordine divino sul quale si doveva modellare la
società, richiamava al non uso della violenza per non sconvolgere l’ordine
voluto dalla Provvidenza.134
La diffusione delle devozioni vedeva
privilegiata dal Guarino soprattutto la chiesa parrocchiale. Feste e devozioni
non dovevano diventare occasioni di divisione e di opposizioni campanilistiche:
Si
dica – faceva scrivere al can. S. Spinelli di Niscemi – essere di grande inconveniente
nei piccoli comuni il moltiplicare le stesse feste e devozioni in varie chiese
poiché dalla pietà si passa spesso all’irriverenza ed agli appicchi dei
partiti. In Siracusa trovai di simili appicchi ed usai d’ogni mezzo per
evitarli. Però mi auguro che vorrà apprezzare i motivi di delicatezza pei quali
è mio costume non dar mai pareri in casi che riguardano altre
diocesi.135
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