L’associazionismo
cattolico
Per dare forza alla proposta cattolica
tra il popolo e resistere alla insidia dell’associazionismo massonico, Guarino
volle incrementare nella sua diocesi varie forme di associazionismo cattolico.
Una gran parte delle nuove associazioni erano fondate sul vecchi modello
confraternale. Durante tutto il suo governo pastorale ne fondò 38 nelle
parrocchie extra urbane e 23 in quelle urbane e dei villaggi
circostanti.136 Ai soci di queste congregazioni raccomandava le
frequenza ai sacramenti nelle feste principali dell’anno come “obbligo
indeclinabile” che comportava l’impegno contro la bestemmia, il furto e le
scostumatezze. Per lucrare le indulgenze e i privilegi spirituali dovevano
accostarsi ai sacramenti. In modo particolare l’Arcivescovo chiedeva di
istituire la congregazione del SS. Sacramento per il culto e l’accompagnamento
del Viatico.137
Una attenzione particolare dovevano
avere le nuove forme di associazionismo cattolico. Le connotazioni dovevano
essere quelle del movimento cattolico moderno che era fornito di una grande
carica di missionarietà e di combattività per recuperare gli spazi perduti
nella società, per salvaguardare la religiosità popolare, per costruire una
organizzazione centralizzata attorno al clero, ai vescovi, al papa. All’inizio
di episcopato, nella Quaresima del 1876, raccomandò l’Opera della propagazione
della fede e della S. Infanzia.138 Con la lettera pastorale del 16
ottobre 1882, seguendo l’invito del papa, raccomandò il Terz’Ordine di S.
Francesco “come rimedio ai mali che affliggono e che in maggior evidenza si
temono”. Il socialismo e il naturalismo, la violenza e la rivolta contro la
chiesa e nella società civile, l’abolizione della proprietà privata venivano
presentati come mali simili all’eresia albigese del tempo di S.
Francesco.139
Terziario
anch’io – scriveva – da tanto tempo ho spesso impiegato parecchi religioso
Francescani a propagare il Terz’Ordine utilissimo nei di’ che corrono nei quali
hanno avuto attuazione i principi di Arnaldo da Brescia, dei Valdesi, dei
Pietrobussiani, degli Albigesi propagati nel secolo di S. Francesco con tanto
danno della civile repubblica, delle famiglie e della Religione.140
Dopo la sua lettera pastorale
dell’ottobre 1882 c’erano diversi gruppi di terziari in diocesi. Nella chiesa
di Porto Salvo di Messina erano 44 gli iscritti, a S. Francesco in Ronella 121
erano le donne e 123 gli uomini, a S. Francesco di Fiumedinisi gli iscritti
erano 283.141
Bisognava inoltre risvegliare la fede
attraverso un rinnovato fervore delle confraternite, dell’Apostolato della
preghiera, delle congregazioni dei Luigini, delle Pie Unioni delle Figlie di
Maria, delle Conferenze di S. Vincenzo dirette dal can. G.
Trischitta.142 Questa volta centri di aggregazione diventavano ancora
una volta le parrocchie.
Fedele alle indicazioni romane,
Guarino non trascurava mai di proporle al suo clero. Papa Leone aveva
appoggiato e favorito l’impegno del card. Carlo Marziale Lavigerie per
l’abolizione della schiavitù. Il
Lavigerie era venuto anche in Sicilia per propagandare la sua crociata,
raccogliere denaro e fondare l’Associazione antischiavista. Il 20 novembre 1890
il papa inviò ai vescovi una lettera sulla condizione degli schiavi e sulla
necessità di un intervento contro la schiavitù: difesa della libertà e
propagazione della fede. Guarino, nonostante le ristrettezze economiche della
città di Messina invitò alla raccolta di fondi e partecipò con un suo
rappresentante alla nascita a Palermo dell’associazione antischiavista sotto il
patrocinio dei vescovi, ma soldi ne potè raccogliere pochi:
In
Sicilia nelle distrette somme attuali e nella crisi di tutte le fonti
economiche con sommo dolore danaro non possiamo dargli, ma parole e preghiere
ne daremo moltissime. In Messina p. e. non mi riesce mai strappare una lira
dalla tasca altrui! Neppure nel tempo del colera! Non ebbi allora che
scarsissime offerte. Tre o quattro famiglie soltanto risposero all’appello! E
il resto? Il resto “se la veda l’Arciv. o senza prebenda!” se non avessi
ricevuto degl’aiuti dall’Episcopato di Sicilia e d’Italia, mi sarei trovato in
stupende condizioni! E se verso la fine non mi fosse arrivato l’aiuto del papa,
mi sarei trovato anche peggio del centro del male. Questa è Messina! e
credo che sian così tutte le città
mercantili. Tutti mormorano che non porto a termine i restauri dell’incendiato
tempio di S. Francesco: tutti dan consigli e parole per lasciar me solo nel
baratro: ma chi dà un centesimo?143
Nel 1887 fece quasi un bilancio delle
associazioni che si erano costituite a Messina in quegli anni. Vengono
ricordate da Guarino nella lettera pastorale del 7 gennaio il Circolo della
Gioventù cattolica, la Conferenza di S. Vincenzo, le Guardie di onore del Cuore
di Gesù, il Comitato diocesano dell’Opera dei Congressi cattolici, le
congregazioni di Maria SS. di Lourdes, della Salette, della S. lettera,
l’Apostolato della Preghiera, l’Opera dei Tabernacoli, le Dame di carità, le
Dame del SS. Cuore di Gesù, le Figlie di Maria.144 Nel 1891 scriveva al
card. Celesia che il giornale “L’Avvenire” pubblicato o da un prete irrequieto
o da un laico, aveva lo scopo di “mettere ostacoli ai Comitati diocesano e
parrocchiale, che qui per ora fioriscono e denigrare la reputazione di ottimi
ecclesiastici”.145
Nel 1892 troviamo in diocesi 2 società
operaie a Messina, Saponara, Villafranca, una Società di Gioventù cattolica
Circolo di Maria SS. della Lettera, Unione cattolica messinese, Luigini a S.
Pier Niceto 1877, Oratorio festivo a Nizza di Sicilia 1892, Pia Opera
Adorazione Riparatrice e del sovvenimento delle chiese povere 1882, Conferenza
di S. Vincenzo, Associazione di S. Francesco di Sales 1883, Cuore Eucaristico
di Gesù 1876, Associazione del S. Cuore di Maria Vergine 1892146,
Apostolato della Preghiera 1877, Società S. Placido della buona
stampa.147
Non trovando spesso sacerdoti del
luogo nei centri interni della diocesi disponibili a creare le nuove forme di
associazionismo cattolico, l’arcivescovo si servì molto dell’opera del p.
Francesco Di Francia che inviava in giro per la dicesi soprattutto nelle
campagne come confessore straordinario e come fondatore dell’Associazione del
Cuore di Gesù e delle Figlie di Maria. Ma qualche volta questa azione si
scontrava con preti locali gelosi dei loro diritti sulle chiese. Al cappellano
di Letojanni che si lamentava di questa intrusione del Di Francia l’arcivescovo
scriveva di scusare quella che poteva sembrare indelicatezza del sacerdote il
quale forse non sapeva del cambiamento del cappellano:
Però
sulla sostanza delle cose devo dirle esser lui un sacerdote illibato, zelante e
disinteressatissimo, e son queste le qualità che formano il più bello
ornamento, e che lo rendono assai caro alla città ed al proprio Prelato. Quanto
le dicono in contrario non ha alcun fondamento nella verità. Egli con mia
missione va spesso in giro nei luoghi da me indicatigli dove si manca di
Sacerdoti o non ve n’ha che uno solo, poiché è utilissimo che di tempo in tempo
si abbia un confessore straordinario, non dovendo costringere le coscienze a
confessarsi a forza ad un solo: e questa pratica dev’essere di consolazione ad
un curato veramente penetrato della salute delle anime e della gloria di Dio.
A
lui ho dato altresì il mandato di erigere le congregazioni del sacro Cuore e
delle Figlie di Maria onde tener viva la pietà e le ragazze in disciplina, e
lui stesso ho lasciato Direttore delle pie opere, com’è avvenuto in Letojanni
da tanto tempo anteriore alla di lei cura. Disporre ora il contrario
genererebbe malumori e partiti, ed ella non se ne troverebbe bene.148
Dopo aver chiarito il ruolo del Di
Francia che rivelava sfiducia dell’Arcivescovo verso il clero locale, Guarino
affronta il nodo principale che rendeva poco attivo il clero, più propenso alla
litigiosità per diritti e privilegi che all’azione pastorale:
Devo
poi dirle che io apprezzo assai più i sacerdoti che apprezzano i loro doveri
con semplicità di cuore, anzi che gli altri che danno sfogo ad una certa
albagia e si attengono a certi creduti
diritti, perché è sempre libero all’Ordinario spedire Sacerdoti e per
missioni di esercizi spirituali, come fa avendone l’opportunità a tempo
conveniente, e per confessori straordinari, e per l’impianto di qualche pia
congregazione e per altro spirituale servizio che il Prelato medesimo crede
utile, le quali cose per nulla offendono i diritti del curato.149
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