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Francesco Michele Stabile
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • Arcivescovo di Messina e cardinale
    • L’incendio e la ricostruzione della chiesa di S. Francesco
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L’incendio e la ricostruzione della chiesa di S. Francesco

Il 23 luglio 1884 un gravissimo incendio devastò la chiesa di S. Francesco, particolarmente cara ai messinesi per le venerazione dell’Immacolata. Dopo l’incendio l’arcivescovo aprì una sottoscrizione per la ricostruzione.161 Nel 1872 la chiesa conventuale, incamerata dal demanio, era stata ceduta poi al municipio di Messina come chiesa parrocchiale. L’arcivescovo si affrettò a chiedere al sindaco di regolarizzare la cessione per dare inizio ai lavori a partire dall’abside.162 Temeva l’arcivescovo che il demanio potesse volerne la demolizione per incamerare il solo dal momento che veniva meno l’uso religioso dopo l’incendio. Era convinto infatti che l’incendio fosse stato doloso da parte di settari perché, stranamente, le fiamme avevano distrutto la chiesa, ma non avevano sfiorato il convento dove era la sede dell’Intendenza di Finanza. Per questo insisteva sulla destinazione parrocchiale della chiesa, per evitare che si facessero operazioni contrarie alle aspettative dei messinesi.163 In questo frenetico muoversi, Guarino rischiò la vita per il rovesciamento della carrozza.

 

La notizia della visitascriveva il generale dei frati conventuali a Guarino – che V. Ecc. fece a cotesto sindaco, e che con parole calme e dolorosissime da avversario ch’era lo rese affezionato, amico, e tutto premura per coadiuvarla nella ricostruzione del tempio di S. Francesco, e l’altra notizia più preziosa ancora salva la vita per un vero miracolo nel rovesciamento della carrozza non poteva [sic] non suscitarmi i sensi d’una gioia indicibile.164

 

Per la ricostruzione l’arcivescovo mise in moto tutte le sue conoscenze di Palermo, coinvolgendo direttamente la sovrintendenza di Palermo. Il progetto fu affidato all’architetto palermitano G. Matricolo, direttore artistico dei monumenti siciliani; e fu  pronto agli inizi del 1885 e approvato dal ministero. La previsione di spesa era di L. 100.000, mancavano però i soldi, poiché il ministero si impegnava per una esigua parte.165  Neanche il fondo per il culto dava un soldo per il tempio, anzi se non fosse stato già ceduto al municipio avrebbe venduto l’area. L’economato dei benefici vacanti si impegnò per L. 5.000 in 5 anni; poi altre promesse arrivarono da parte del ministero della Pubblica Istruzione che nel 1888 concesse L. 5.000 in diverse rate.166

L’Arcivescovo, rimasto quasi solo con un onere economico immenso, si rivolse nuovamente “ai pii cattolici Messinesi devoti di Maria SS. Immacolata”, per una nuova sottoscrizione. Presentò lo stato dei lavori e costituì una deputazione per il controllo dei lavori e delle spese.167 Il 29 febbraio 1888 venne pubblicato il resoconto delle spese. Erano entrate L. 28687.80 ed erano già uscite L. 26739.80. a gocce arrivavano altre piccole somme.168 Alle difficoltà finanziarie si aggiunsero le difficoltà nel reperimento del legno voluto dal Matricolo che doveva venire o dagli Stati Uniti o dal Canada con un costo eccessivo, per cui si era ripiegato sull’uso del ferro, anche se la deputazione non ne era convinta. Finalmente si trovò il legno che arrivò nell’ottobre 1890 per cui l’Arcivescovo si rivolse ai parroci per attivare le commissioni di raccolta fondi e tra queste ricordò quella dei giovani del nuovo circolo cattolico giovanile.169 Ma dovette tuttavia sorbire gli interventi della prefettura che lamentava ritardi nella ricostruzione, come se non fosse a conoscenza che mancavano i soldi.170 Rispose al prefetto che né lui né la deputazione potevano avviare i lavori, che era anzi meglio che il prefetto togliesse gli inceppamenti in cui era tenuto il comitato, e cioè il pagamento dell’ultima rata del ministero.171 Finalmente i lavori ripresero in economia con l’opera gratuita di alcuni tecnici, ma, nonostante gli inviti, le oblazioni erano poche. C’erano invece impostori che elemosinavano per il tempio e intascavano i soldi.172 E altri che volevano speculare. Mentre l’arcivescovo tentava di impedire che si aprisse nell’atri antistante la chiesa una osteria, veniva fatto segno di attacchi oltraggiosi “di una folla incosciente”.173 Il comune concesse finalmente L. 30.000 per portare a termine i lavori, e così si arrivò alla conclusione.174

 

 




161 Lett. di Guarino all’Intendente di Finanza, 24.7.1884, ASF, b. LV, f.2a



162 Lett. al sindaco, 25.7.1884; 12.8.1884, ivi.



163 Lett. al generale dei Minori conventuali, 4.9.1884; 17.9.1884, ivi.



164 Lett. del generale dei conventuali, 14.12.1884, ivi.



165 Lett. del prefetto all’arcivescovo, 9.1.1885; 15.11.1885, ivi, f. 2b.



166 Lett. 22.5.1886 e altre in ASF, b. LV, f. 2c.



167 Componevano la deputazione arch. G. Matricolo, direttore artistico monumenti siciliani, prof. A. Salinas, direttore archeologico dei monumenti, ing. P. Malandrino, arch. esecutore A. Picciotto, membro della commissione conservatrice delle Antichità e monumenti della provincia, marchese Cassibile, consigliere comunale, E. Mussolino, consigliere, cav. F. della Siffredi, cav. Luigi Pirandello, contino F. Ma rullo, principe di Castellaci, Litterio Guarnera, presidente Associazione dell’Immacolata. La deputazione creò commissioni per la raccolta dei fondi.



168 ASF, b. LV, ff. 2e, 2f.



169 La corrispondenza 1889-1890, ASF, b. LV, ff. 2f, 2g.



170 Lett. 1.6.1891, ASF, b. LV, f. 2h.



171 Lett. al prefetto, 4.6.1891, ASF, b. LV, f. 2h.



172 ASF, b. LV, ff. 2h.



173 Lett. al sindaco, ASF, b. LV, f. 2g; lett. del principe di Castellaci, 11.10.1891, ivi, f. 2h.



174 Lett. 16.11.1892, ASF, b. LV, f. 2h.






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