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Francesco Michele Stabile
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • Arcivescovo di Messina e cardinale
    • Il card. Guarino e le sue opere
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Il card. Guarino e le sue opere

Nel mese di ottobre 1892 Guarino era stato ricevuto da Leone XIII che si era intrattenuto con lui e con il professore di teologia del seminario, “parlando di metodi, di sistemi, di libri di testo ecc …, come un giovane uscito dalle scuole”.234

A dicembre venne nominato cardinale. Il 14 all’annunzio tutta la città nel frastuono delle campane, senza esclusione di partiti, inneggiava al papa. Celesia gli inviò un telegramma di congratulazione per la sua elezione al cardinalato. Rispose Guarino: “Certo è che le emozioni logorano la vita”.

 

Ma il pensiero della mia indegnità mi rendeva converso per molte ore ed anche per tutta la notte senza poter chiudere occhio. Fra l’altro mi affannava il pensiero seguente: io alla pari con gli illustri porporati miei amatissimi padroni di Palermo e di Catania?235

 

In calce alla lettera del can.Di Francia e della comunità che gli facevano gli auguri per il cardinalato e intonavano il Te Deum, il Guarino annotava:

 

Invece di congratularsi e ringraziare Iddio preghino invece molto perché il buon Gesù mi usi misericordia e mi dia forza.236

 

Al ritorno da Roma ai suoi diocesani:

 

Il vostro affetto mi ha intimamente commosso. La devozione e l’amore con cui mi avete accolto al ritorno da Roma, ha destato l’universale ammirazione di quanti non nostrani trovaronsi in Messina ed hanno scosso le fibre più delicate del mio cuore. Io ero sicurissimo dei vostri sentimenti, i quali non eran nuovi per me: in diciotto anni di mia dimora nella nostra amabile città, ho potuto ben comprendere quanto mi amate; ma è mestieri confessarvi anch’io che in questa occasione della mia nomina alla Sacra Porpora Romana avete oltrepassato ogni confine nell’abbondanza del vostro cuore. ve ne sono obbligatissimo, e con vera effusione dell’animo ve ne ringrazio.

alto bene intanto la nostra città deve ripetere non dai miei meriti, perché conosco benissimo non averne alcuno, ma dal gran cuore e dalla bontà estrema del Beatissimo Padre, il quale ebbe l’alta degnazione di dichiararmi, com’ebbi la ventura di essere alla sua augusta presenza, che l’annoverarmi tra i Principi della Santa Chiesa fu un’ispirazione sua, dimostrato grande affetto. Bisogna adunque rivolgere a Lui la nostra gratitudine, amarlo di vero filiale amore e pregare molto per  Lui.237

 

In occasione della sua nomina a cardinale grande fu la partecipazione di tutte le classi sociali che vollero esprimere all’arcivescovo la gioia perché il papa aveva scelto lui come cardinale e aveva anche onorato la città di Messina. Era chiaro che il papa aveva scelto il Guarino per l’intensa attività pastorale e per la fama di uomo saggio che aveva diffuso attorno a sé. Il giornale commemorativo che fu pubblicato in quella occasione non poteva non fare un bilancio dell’azione pastorale del Guarino:

 

Possiamo dire che la venuta di Monsignor Guarino, ventitré anni or fa, aprì per Messina un’era novella di vero risorgimento cattolico.238

 

I primi sei anni dal suo arrivo furono “anni di amara prova: egli non faceva che constatare sempre più lo stato spiritualmente deplorevole di Messina, senza potervi riparare”. Spesso lo sentivano sospirare:

 

Quanti vescovi nelle loro diocesi sono lieti di vedere fiorire le buone opere! Ed io non ho questa felicità. Oh! Quanto sarei  lieto se potessi dire: in quel punto di Messina vi è un Ospizio per i poveri, in quell’altro punto i giovanetti hanno una buona Scuola che li istruisce e li educa! In quel rione della città è una Casa di salvezza pei poveri bambini dispersi, in quell’altro una buona istituzione aiuta gl’infelici.239

 

Dopo la prima visita pastorale con la quale si rese conto della situazione della diocesi, il Vescovo iniziò a dare una maggiore consistenza alle strutture pastorali della diocesi e agli uomini e alle donne che in esse dovevano impegnarsi. Le prime attenzioni furono date ai poveri e alla scuola. A partire dal 1882 arrivarono a Messina Le Piccole Suore chiamate dall’arcivescovo per l’assistenza dei vecchi abbandonati. Seguì poi la casa della Signora Iensen e la Pia Opera dei poveri abbandonati del can. Di Francia. L’arcivescovo stesso tutti i venerdì dava ai poveri elemosine.

 

Sul piano educativo il Vescovo incrementò i conviti e le scuole. I gesuiti aprirono scuola e convitto e iniziarono anche una vasta opera di Dottrina cristiana nelle chiese con le premiazioni dei fanciulli meritevoli, fecero fiorire 3 associazioni di Luigini. A Gazzi inoltre raccoglievano nel loro convitto i figli delle famiglie più importanti della Sicilia e della Calabria. Ad Alì le Salesiane aprirono un convito per ragazze con oratorio festivo. A Messina il convitto era diretto dalle Figlie del Buon Pastore per le ragazze di famiglie civili con scuole esterne. A Boccetta i Salesiani dirigevano una scuola ed oratorio per i figli del popolo.240 Nell’ospedale civico ottenne l’Arcivescovo di inserire le Figlie della carità. Quattro erano le case delle Figlie di S. Anna per l’istruzione delle ragazze.241

Incremento ebbero per opera del Guarino i circoli cattolici, le società operaie, i comitati cattolici, la Società di S. Vincenzo. L’aver inserito la diocesi nel tessuto del movimento cattolico sia sul piano devozionale, sia sul piano associativo, non era sufficiente per Guarino. L’assillo profondo era vedere il riconoscimento del ruolo del papato e della chiesa nella società:

 

Io vidi [il papato] – scriveva dopo il ritorno da un viaggio a Roma nel 1888spettacolo di un dominio universale e pacifico, di un amore sovrannaturale, che stringe fra le sue braccia tutti i popoli, il globo intero.242

 

Guarino però vedeva che questa società di amore non si realizzava, che il mondo si abbandonavapazzamente alle sue feste, che sono purtroppo sorgente di dissipazione e di scandali, e alle quali non partecipano punto i poveri, ma sono esclusive pei gaudenti di questa terra”. Egli proponeva le feste della chiesa”alle quali i singoli della grande famiglia cattolica e ricchi e poveri e nobili e plebei sono ammessi, per trovarvi la vera felicità”. Il cammino della virtù non poteva farsi senza sacrificio, senza purificazione del cuore. ma anche per il benessere temporalesofferenze e sacrifici sono indispensabili, poiché sono la fonte del ben vivere e della tranquillità dell’animo”. Ciò si rendeva tanto più urgente in una società che correva verso l’ateismo che fondava tutto sulla forza. Guarino capiva bene che la proposta cristiana cozzava contro una visione della vita fondata dai nuovi filosofi “sulla scienza del piacere e l’arte di vivere felice in questo mondo”.243

Dopo queste riflessioni affermava che, grazie a Dio, non si potevano deplorare molte defezioni a Messina: “è ben mi è nota la fede del mio popolo, la quale in non pochi è stata rinvigorita dal conflitto e dalla contraddizione”.244 Proprio per questo difendeva il suo popolo da ogni iniziativa che potesse scalfirne la pietà. Protestò infatti perché i giorni di carnevale erano trasbordati nel periodo della quaresima.245

 




234 Lett. a Celesia, 27.10.1892.



235 Lett. a Celesia, 15.12.1892, ASF, Carteggio Guarino-Celesia. Altre lettere sullo stesso tenore 20.12.1892; 22.12.1892, ivi



236 In calce alla lettera del 14.12.1892, ASF, b. LVIII, f. 2a. Da una lettera del Segretario della congregazione, risulta che nel 1894 Guarino era membro della congregazione dell’Indice.



237 Lettera del 3.3.1893, “Gazzetta di Messina”, 4.3.1893, n. 52.



238 Il cardinal Guarino e le sue Opere in Messina, “Giubileo episcopale”, 1.5.1897.



239 Ivi, p. 2.



240 Sui rapporti Guarino e Don Bosco vedi ASF, b. LIX, dove esistono già testi stampa che ricostruiscono i rapporti epistolari tra il Guarino e don Bosco e altri superiori dei Salesiani.



241 Ivi, p. 3.



242 Notificazione, 2.3.1888.



243 Lettera pastorale 14.2.1892.



244 Ivi, p.11.



245 Protesta del 5.3.1892.






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