Il card. Guarino e le sue opere
Nel mese di ottobre 1892 Guarino era
stato ricevuto da Leone XIII che si era intrattenuto con lui e con il
professore di teologia del seminario, “parlando di metodi, di sistemi, di libri
di testo ecc …, come un giovane uscito dalle scuole”.234
A dicembre venne nominato cardinale.
Il 14 all’annunzio tutta la città nel frastuono delle campane, senza esclusione
di partiti, inneggiava al papa. Celesia gli inviò un telegramma di
congratulazione per la sua elezione al cardinalato. Rispose Guarino: “Certo è
che le emozioni logorano la vita”.
Ma
il pensiero della mia indegnità mi rendeva converso per molte ore ed anche per
tutta la notte senza poter chiudere occhio. Fra l’altro mi affannava il
pensiero seguente: io alla pari con gli illustri porporati miei amatissimi
padroni di Palermo e di Catania?235
In calce alla lettera del can.Di
Francia e della comunità che gli facevano gli auguri per il cardinalato e
intonavano il Te Deum, il Guarino
annotava:
Invece
di congratularsi e ringraziare Iddio preghino invece molto perché il buon Gesù
mi usi misericordia e mi dia forza.236
Al ritorno da Roma ai suoi diocesani:
Il
vostro affetto mi ha intimamente commosso. La devozione e l’amore con cui mi
avete accolto al ritorno da Roma, ha destato l’universale ammirazione di quanti
non nostrani trovaronsi in Messina ed hanno scosso le fibre più delicate del
mio cuore. Io ero sicurissimo dei vostri sentimenti, i quali non eran nuovi per
me: in diciotto anni di mia dimora nella nostra amabile città, ho potuto ben
comprendere quanto mi amate; ma è mestieri confessarvi anch’io che in questa
occasione della mia nomina alla Sacra Porpora Romana avete oltrepassato ogni
confine nell’abbondanza del vostro cuore. ve ne sono obbligatissimo, e con vera
effusione dell’animo ve ne ringrazio.
Sì
alto bene intanto la nostra città deve ripetere non dai miei meriti, perché
conosco benissimo non averne alcuno, ma dal gran cuore e dalla bontà estrema
del Beatissimo Padre, il quale ebbe l’alta degnazione di dichiararmi, com’ebbi
la ventura di essere alla sua augusta presenza, che l’annoverarmi tra i Principi
della Santa Chiesa fu un’ispirazione sua, dimostrato grande affetto. Bisogna
adunque rivolgere a Lui la nostra gratitudine, amarlo di vero filiale amore e
pregare molto per Lui.237
In occasione della sua nomina a
cardinale grande fu la partecipazione di tutte le classi sociali che vollero
esprimere all’arcivescovo la gioia perché il papa aveva scelto lui come
cardinale e aveva anche onorato la città di Messina. Era chiaro che il papa
aveva scelto il Guarino per l’intensa attività pastorale e per la fama di uomo
saggio che aveva diffuso attorno a sé. Il giornale commemorativo che fu
pubblicato in quella occasione non poteva non fare un bilancio dell’azione
pastorale del Guarino:
Possiamo
dire che la venuta di Monsignor Guarino, ventitré anni or fa, aprì per Messina
un’era novella di vero risorgimento cattolico.238
I primi sei anni dal suo arrivo furono
“anni di amara prova: egli non faceva che constatare sempre più lo stato
spiritualmente deplorevole di Messina, senza potervi riparare”. Spesso lo
sentivano sospirare:
Quanti
vescovi nelle loro diocesi sono lieti di vedere fiorire le buone opere! Ed io
non ho questa felicità. Oh! Quanto sarei
lieto se potessi dire: in quel punto di Messina vi è un Ospizio per i
poveri, in quell’altro punto i giovanetti hanno una buona Scuola che li
istruisce e li educa! In quel rione della città è una Casa di salvezza pei
poveri bambini dispersi, in quell’altro una buona istituzione aiuta
gl’infelici.239
Dopo la prima visita pastorale con la
quale si rese conto della situazione della diocesi, il Vescovo iniziò a dare
una maggiore consistenza alle strutture pastorali della diocesi e agli uomini e
alle donne che in esse dovevano impegnarsi. Le prime attenzioni furono date ai
poveri e alla scuola. A partire dal 1882 arrivarono a Messina Le Piccole Suore
chiamate dall’arcivescovo per l’assistenza dei vecchi abbandonati. Seguì poi la
casa della Signora Iensen e la Pia Opera dei poveri abbandonati del can. Di Francia.
L’arcivescovo stesso tutti i venerdì dava ai poveri elemosine.
Sul piano educativo il Vescovo
incrementò i conviti e le scuole. I gesuiti aprirono scuola e convitto e
iniziarono anche una vasta opera di Dottrina cristiana nelle chiese con le
premiazioni dei fanciulli meritevoli, fecero fiorire 3 associazioni di Luigini.
A Gazzi inoltre raccoglievano nel loro convitto i figli delle famiglie più
importanti della Sicilia e della Calabria. Ad Alì le Salesiane aprirono un
convito per ragazze con oratorio festivo. A Messina il convitto era diretto
dalle Figlie del Buon Pastore per le ragazze di famiglie civili con scuole
esterne. A Boccetta i Salesiani dirigevano una scuola ed oratorio per i figli
del popolo.240 Nell’ospedale civico ottenne l’Arcivescovo di inserire
le Figlie della carità. Quattro erano le case delle Figlie di S. Anna per
l’istruzione delle ragazze.241
Incremento ebbero per opera del
Guarino i circoli cattolici, le società operaie, i comitati cattolici, la
Società di S. Vincenzo. L’aver inserito la diocesi nel tessuto del movimento
cattolico sia sul piano devozionale, sia sul piano associativo, non era
sufficiente per Guarino. L’assillo profondo era vedere il riconoscimento del
ruolo del papato e della chiesa nella società:
Io
vidi [il papato] – scriveva dopo il ritorno da un viaggio a Roma nel 1888 –
spettacolo di un dominio universale e pacifico, di un amore sovrannaturale, che
stringe fra le sue braccia tutti i popoli, il globo intero.242
Guarino però vedeva che questa società
di amore non si realizzava, che il mondo si abbandonava “pazzamente alle sue
feste, che sono purtroppo sorgente di dissipazione e di scandali, e alle quali
non partecipano punto i poveri, ma sono esclusive pei gaudenti di questa
terra”. Egli proponeva le feste della chiesa”alle quali i singoli della grande
famiglia cattolica e ricchi e poveri e nobili e plebei sono ammessi, per
trovarvi la vera felicità”. Il cammino della virtù non poteva farsi senza
sacrificio, senza purificazione del cuore. ma anche per il benessere temporale
“sofferenze e sacrifici sono indispensabili, poiché sono la fonte del ben
vivere e della tranquillità dell’animo”. Ciò si rendeva tanto più urgente in
una società che correva verso l’ateismo che fondava tutto sulla forza. Guarino
capiva bene che la proposta cristiana cozzava contro una visione della vita
fondata dai nuovi filosofi “sulla scienza del piacere e l’arte di vivere felice
in questo mondo”.243
Dopo queste riflessioni affermava che,
grazie a Dio, non si potevano deplorare molte defezioni a Messina: “è ben mi è
nota la fede del mio popolo, la quale in non pochi è stata rinvigorita dal
conflitto e dalla contraddizione”.244 Proprio per questo difendeva il
suo popolo da ogni iniziativa che potesse scalfirne la pietà. Protestò infatti
perché i giorni di carnevale erano trasbordati nel periodo della
quaresima.245
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