L’associazionismo cattolico.
Il 28 aprile 1864 venivano divulgate
oscure minacce di morte per pugnalazione nei confronti dei collaboratori del
giornale “Il Presente”, accusati di riunioni borboniche segrete, mai accertate.
Il prefetto De Cossilla e il questore di Palermo Serafini, sotto lo specioso
pretesto che lo stato non era in grado di tutelare la vita delle persone
minacciate, allontanarono da Palermo i collaboratori del giornale e altri
ecclesiastici.
Il can. Domenico Turano fu inviato a
domicilio coatto a S. Martino delle Scale, il can. Pietro Sanfilippo a Termini
Imerese, il sac. Melchiorre Galeotti a Firenze. Convocato fu anche il figlio
del generale garibaldino Giacinto Carini, il giovane prete Isidoro Carini, il
quale nei suoi ricordi attribuisce queste accuse e provocazioni al partito
d'azione50. Il barone Mortillaro fu costretto a sospendere la
pubblicazione del giornale. Il Guarino non pare subisse alcun intervento
poliziesco, ma ora lo si dipingeva come nemico del nuovo ordine di cose. Di
questo periodo rimase al Guarino l’amicizia con il marchese Mortillaro che
durerà per tutta la vita51.
Ma perché tanta avversione verso un
giornale? La nascita de “Il Presente” era stato il segno non gradito, dopo un
primo periodo di attesa fiduciosa da parte degli ambienti zelanti cattolici,
che era in atto una loro mobilitazione critica verso il loro regime con una
forte tendenza autonomistica. Era anche il segno della ricerca di una nuova
pastoralità, di un modello nuovo di prete e di laico cattolico, difensore e
propagatore della fede. Le vecchie forme associative del laicato cattolico
riunito nelle confraternite e congregazioni non rispondeva a questo nuovo
scopo. Nuove forme associative più dinamiche, più missionarie erano sorte nel
mondo cattolico europeo e nuove devozioni si erano diffuse. Palermo si apriva
ora non solo al movimento cattolico nazionale italiano, ma anche a quello
europeo.
Il 18 gennaio 1864 il sac.
Melchiorre Galeotti fondò a Palermo la Società del catechismo che aveva come
scopo l’evangelizzazione di tutte le classi sociali e non solo dei bambini. In
questa associazione si ritrovarono i preti zelanti palermitani. Tornato
dall’esilio a Firenze, dove era stato inviato nella primavera di quell’anno,
fece approvare il 18 agosto dall’arcivescovo G. B. Naselli l’Associazione di S.
Francesco di Sales, molto diffusa in Francia, che aveva come scopo di
“conservare e difendere la fede cattolica dagli assalti degli increduli, col
diffondere buoni libri, col procurare missioni al popolo, esercizi spirituali
ed altre predicazioni, col fondare sostenere ed ampliare scuole cattoliche,
orfanotrofi etc.”52. L’associazione infatti incrementò nei primi anni
missioni nelle campagne del Palermitano, catechismi a dialogo, le aggregazioni
del Cuore di Gesù e di Maria, le Pie unioni delle Figlie di Maria.
Furono i giovani preti zelanti
palermitani l’anima di questo associazionismo che dette la prima prova della
sua efficienza nelle manifestazioni per il decennio della proclamazione del
dogma dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre 1864. Fu una prova di
attaccamento alla fede tradizionale e di fedeltà al papa. Si verificarono
interventi repressivi da parte di esponenti governativi timorosi di rigurgiti
borbonici e preoccupati della facilità con cui il clero riusciva ancora a
mobilitare folle enormi per dimostrare che il popolo era cattolico e che questa
fede il governo doveva rispettare. Il Galeotti dovette riprendere nuovamente la
strada dell’esilio e questa volta per molti anni. Tornerà a Palermo nel 1869
per morirvi.
Si delineava sempre più nei preti
zelanti la consapevolezza di vivere in tempi di persecuzione che richiedevano una
testimonianza senza tentennamenti e compromissioni. Si radicalizzava la
contrapposizione con il mondo, si guardava come modello alle comunità cristiane
antiche perseguitate. Venivano perciò esaltate tendenze escatologiche con
l’insistenza sul tema del martirio, della verginità, della carità.
Il Guarino lo troviamo pienamente
inserito in queste iniziative. Il 18 agosto 1864, fondando l’Associazione di S.
Francesco di Sales, l’arcivescovo Naselli lo nominava membro del Consiglio
centrale per la direzione diocesana. Direttore venne nominato il p. Giacomo
Meli dell’Oratorio. Dei consiglieri, oltre il Galeotti, ricordiamo i canonici
D. Turano, P. Sanfilippo, i sacerdoti Gaetano D’Alessandro, poi vescovo di
Cefalù, Petronio Grima, Filippo Bertone, Antonio Giannettino, Gaspare Pecoraro.
E tra i laici, il marchese di Policastrello, il marchese di Villarena, il
barone Farruggia, il barone d’Ondes Rau, il cav. Villanova. Era segretario il
suddiacono Nunzio Russo, cassiere il sac. Gaetano Briuccia53. L’anno
seguente il 25 giugno 1865 l’arcivescovo nominava il Guarino vicedirettore
diocesano dell’Associazione. Il p. Meli ringraziava vivamente l’arcivescovo per
la nomina “dell’ottimo can. sig. Guarino“ che riteneva “utilissimo
collaboratore”54.
Molti anni più tardi, dietro
sollecitazione del p. Nunzio Russo, il Guarino, arcivescovo di Messina,
chiederà a mons. Luigi Di Giovanni di fondare nella sua diocesi l’opera di S.
Francesco di Sales per le missioni che il 19 marzo 1883 erigeva
canonicamente55. In una cronaca di “Letture domenicali” dell’8 aprile
1883, Nunzio Russo metteva in evidenza il successo della predicazione
quaresimale di mons. Luigi Di Giovanni e il fervore dell’Associazione di S.
Francesco di Sales in Messina, “ove la grand’anima di quell’Arcivescovo Mons.
Guarino, non solo accoglievala a piene braccia, ma trovava in essa compiuto un
suo antico desiderio; egli che tanto avea lavorato per la grand’opera qui in
Palermo sotto P. Meli d. O. quando avevamo il bene di ritemprarci spesso allo
spirito sacerdotale nelle sue brillanti e sante conversazioni".56
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