Da zelante a intransigente cattolico
Il processo di maturazione nella linea
dell’intransigenza cattolica si era già realizzato nel 1869 in Guarino. Erano
scomparse le sfumature e le distinzioni ancora presenti nel 1863. Il rispetto
per la storia, per il progresso dell’uomo viene ora attutito da una concezione
più integralista. La concezione del Guarino si connota di un accentuato
dualismo.
Due grandi missioni leggiamo nel Vangelo lottare
sulla terra: l’una viene dall’inferno, l’altra dal cielo”. La prima ha come
scopo di seminare l’errore e la menzogna, la seconda con la fiaccola della
verità intende sconfiggere l’errore. In questa lotta è la chiave della
comprensione della storia: “Ecco, miei Signori, le bibliche rivelazioni che
risolvono il grande problema delle lotte diuturne e feroci che in ogni tempo
hanno insanguinato la terra”. Le due missioni hanno bisogno “dell’azione
esteriore degli uomini”. Gli uomini ripieni dello spirito del diavolo si
schierano come ministri della missione dell’inferno, mentre i sacerdoti ripieni
dello spirito di Gesù Cristo sono i coadiutori e gli apostoli della missione
del cielo. Ma quali sono le armi delle opposte schiere? La sapienza terrena che
esclude ogni legge divina e disonora l’umana ragione e “dommatizzando con
scellerata impudenza e con tono magistrale ed assoluto, osa appellarsi
filosofia e verità”; e la sapienza celeste che ha per principio il timor santo
di Dio e l’umiltà.114
Guarino risentiva ormai della
polemica del suo tempo e guardava come traditori i preti che non si erano
allineati sul versante dell’intransigenza e in difesa di Pietro capo delle
falangi celesti o peggio quei preti che avevano abbandonato il ministero:
Onta e sventura a quegli sciagurati che disertando le
proprie fila, sfuggono l’umiltà della croce, e la semplicità della fede per
militare nelle schiere nemiche sotto il vessillo della superbia e della carne
[...] Ahi che i cattivi sacerdoti come agenti del demonio richiamano le
maledizioni di Dio sul popolo, ch’essi benedicono.115
Dopo Porta Pia la visione del
Guarino si fece ancora più pessimista. Il dualismo e la lotta tra verità ed
errore vengono analizzati attraverso una lettura storica che vede come campo di
battaglia la chiesa e non il mondo. Questa lotta non si può risolvere: “non è
possibile che giammai convengano ad un sol punto la giustizia e l’iniquità, la
luce e le tenebre, Gesù Cristo e Belial”. Tutta la storia diventa storia della
chiesa e la storia della chiesa storia del sacerdozio. Guarino procede
raccontando questa storia come lotta del male contro la chiesa e la verità a
cui fa riscontro sempre una risposta positiva di sacerdoti.
Lo schema è chiaramente apologetico,
esposto con sfoggio oratorio, e rivela una conoscenza discreta della storia
della chiesa. I mali sono sempre dovuti a limitazioni della libertà della
chiesa. La lettura è apertamente guelfa e Gregorio VII è presentato come il
corifeo della civiltà. Il laicato rimane fuori da questa lettura, perché sono
assenti tutti i movimenti laicali di riforma. I laici invece, rappresentati
dagli imperatori o dai rivoluzionari, sembrano gli attentatori delle libertà
della chiesa. Lo spirito di Gesù è rimasto sulla terra solo nel sacerdozio.
Guarino sposa la tesi cara agli
intransigenti cattolici dell’Ottocento che vede nella rivolta contro l’autorità
della chiesa la via allo scetticismo, all’ateismo, alla rivoluzione. Ma
l’errore non riesce a frenare lo sviluppo del movimento cattolico che si
espande nelle missioni e nella stessa Europa con il prestigio e la resistenza
di Pio VI e Pio VII, anzi viene smascherato nelle filosofie che invadono anche
l’Italia: idealismo, sensismo, panteismo, evoluzionismo, lotta contro la religione,
ritenuta la lebbra del mondo, e contro il papato, esaltazione del diavolo,
socialismo, comunismo che vedono l’uomo bestia, l’uomo materia:
La donna posta da Dio come Angelo e conforto delle
famiglie, vien tramutata in trastullo d’infami capricci; le secolari e
venerande istituzioni della Chiesa, e della Beneficenza dovunque distrutte,
demolite, annientate; ogni verità, ogni dottrina spirituale e morale
calpestata, bandita; la giustizia manomessa; la proprietà minacciata; tutto è
vero oggidì, men la verità.116
A parte il tono retorico, le tinte
pessimiste servono a Guarino per affermare sempre più la necessità del baluardo che ora era costituito dal papato
infallibile:
Per bocca del Sacerdozio congregato [nel Concilio]
Dio stesso annunzia al mondo la necessità e il fatto della Divina Rivelazione;
delinea i confini della umana ragione; chiarisce la divina costituzione della
sua Chiesa col primato assoluto del sommo sacerdote; e mostra alle nazioni l’Autorità
per eccellenza da lui
costituita organo infallibile de’ suoi oracoli sulla cattedra di Pietro. Dommi
son questi, che rigenerano i popoli avversi ad ogni soggezione, rilevano il
secolo dalle sue rovine, e restituiscono in onore ogni autorità, in un tempo in
cui si fa ogni sforzo per distruggerla, per l’aureola imponente che circonda il
Vicario di Dio sulla terra.117
È evidente che Guarino, fedele alla
sua concezione di società civile e società religiosa ordinate dall’autorità e dalla
legge, rimane profondamente preoccupato della svolta rivoluzionaria che sembra
scardinare non solo le strutture della società dell’antico regime, ma le basi
stesse della religione.
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