La santa Eucaristia
Poichè il clima che si era creato
alla fine degli anni 60 con la fine del potere temporale era diventato sempre
più difficile per il clero zelante che si vedeva fatto oggetto di ritorsioni
soprattutto da parte delle sette massoniche e non pochi preti siciliani avevano
sperimentato il carcere e i processi, veniva spontaneo richiamare i tempi delle
persecuzioni e dei martiri. Ritornavano perciò temi apocalittici nei loro
interventi, si potenziava il bisogno di unità attorno all’Eucaristia e al papa,
si richiamava la necessità del coraggio di fronte alle persecuzioni, si
accentuava la propaganda a favore della verginità.
Nel 1871 un gruppo di preti zelanti
palermitani dava vita a un periodico “La Santa Eucaristia” che si proponeva la
diffusione del culto della Eucaristia come culto centrale della vita religiosa
e come momento di coesione dei fedeli. Il culto eucaristico si inseriva in quel
movimento di riforma della religiosità popolare intrapreso dal clero zelante
che voleva liberare dalla dispersione delle devozioni ai santi e dalle tendenze
magiche. Per altro il bisogno di nuove forme di organizzazione del mondo
cattolico richiedeva una compattezza attorno al papa, e l’Eucaristia si
prestava a configurare il papa come prigioniero al pari di Gesù eucaristia.
D’altronde in quei periodi difficili la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia
costituiva una valida forza interiore per una comunità che si sentiva
minacciata e assediata.
Si incrementavano così, oltre le
tradizionali Quarant'ore, nuovi momenti di adorazione da parte di
gruppi di preti e anche di fedeli. Per questi Guarino pubblicò in quel
giornaletto il testo di un sermone Sulle delizie della reale
presenza di Gesù nella S. Eucaristia. Come al solito l’intento apologetico è
fortemente presente nella riaffermazione della reale presenza. Ma lo scopo del
sermone era quello di presentare come dono del Cristo risorto sia i doni dello
Spirito, sia la Eucaristia. Con le tre nascite del Figlio di Dio una nuova luce
si era accesa all’orizzonte degli uomini. Guarino non portava argomentazioni
teologiche, si limitava a interrogarsi per quale fascino o per quale forza
tanti uomini si erano lasciati coinvolgere dalla fede in Gesù? La risposta era
data in chiave mistica. L’incontro con Cristo è indicibile, ma cambia la vita:
“Misteri son questi che dir non si possono. Datemi invece, vi dirò con S.
Agostino, un cuore che ami, ed ei soltanto comprenderà le mie
parole”125.
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