La verginità
Per reagire al forte naturalismo, la
predicazione della verginità sembrava la più adatta a riscoprire il senso del
divino. Propagandista della verginità era il giovane Nunzio Russo. Predicando a
Sciara, un paesino della diocesi di Palermo, era riuscito a suscitare in un
numeroso gruppo di ragazze il desiderio della verginità per dedicarsi a vita
religiosa, facendo il catechismo ai ragazzi e riunendosi nella Pia Unione delle
Figlie di Maria da lui diffusa in Sicilia. Russo vedeva in esse un primo nucleo
di una futura nuova comunità religiosa.
Gli uomini e i giovanotti del paese
non videro di buon occhio la decisione di queste fanciulle e in vari modi
contestarono e accusarono il Russo anche nella pubblica stampa. Ma riserve
vennero anche da parte di ecclesiastici. Bisognoso di conforto, Russo si
rivolse ai suoi amici Giacomo Cusmano e Giuseppe Guarino, i quali non solo gli
inviarono lettere di appoggio, ma lo raggiunsero a Sciara per confortarlo di
presenza.
La lettera del Guarino, come già nel
discorso sul sacerdozio, esaspera il valore esegetico di alcuni testi biblici
per ridurli alla dimostrazione della verginità come valore cristiano
preminente. A parte quindi le motivazioni esegetiche inaccettabili, è da
cogliere lo spirito con cui Guarino viveva questa esperienza:
Carissimo padre Nunzio, Dio la benedica sempre.
Risponda a cotesti dottorelli avversi alla verginità, ch’essa è la gran parola
di G. Cristo, come Gesù Cristo è la gran parola del Padre.
E' precisamente per questo che “non omnes capiunt verbum istud”. Ma quale è questo verbum istud? Quello certamente, di cui disse lo stesso G. Cristo “Beati qui custodiunt verbum Dei, et
custodiunt illud”. Verbum che
rese beata Maria più della maternità divina; perché quelle parole rispose G.
Cristo a coloro che diceano beata colei che avea allattato G. Cristo “quin imo beati qui audiunt verbum Dei et
custodiunt” quasi dicesse “No, è beata la Madre mia, perché seppe
custodirmi nel suo vergine cuore, e mi chiamò dal cielo [...] poi nel suo seno.
Verbum che, come fu prima Maria a
capire fra le donne, fu primo Giuseppe a capire e custodire fra gli uomini.
Beato Giuseppe adunque più per la sua verginità che per lo sposalizio con Maria
che lo rese padre putativo di Gesù Cristo! No! chi ragiona e persuade il
contrario non può avere parte con Gesù Cristo, vergine sposo delle anime
vergini, non con Maria Vergine, tesoro delle vergini, non con San Giuseppe
custode delle vergini.
Predichi la verginità e la consigli,
come S. Paolo: volo omnes vos esse sicut
me ipsum. Dia in mano alle giovinette e ai giovanetti questo vago fiore e
li abitui ad odorarlo: vi troveranno gran gusto. Se Iddio non mi avesse
chiamato alla grande vocazione della Verginità e non lo fossi, vorrei
assolutamente morire e nascere di nuovo per diventarlo. Benedica ed abbracci il
suo aff.mo G. Guarino.126
L’esperienza palermitana di Guarino
ormai si chiudeva. Aveva maturato le svolte più importanti della sua vita. Da
una carriera impiegatizia era passato all’impegno in prima linea del movimento
cattolico. Non fu un fondatore di opere a Palermo, ma fu presente in tutte le
iniziative pastorali del giovane clero palermitano, e ne divenne certamente una
guida sicura e ascoltata. Da questo clero ricevette la spinta alle sue scelte fondamentali
che furono per la chiesa e per il ministero pastorale. Questa esperienza
palermitana rimarrà il suo riferimento ideale di prassi pastorale in tutta la
sua vita di vescovo.
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