La celebrazione dei sacramenti
La messa veniva considerata importante
per la devozione, ma ancora non era partecipata in quanto si raccomandava la
recita di preghiere devozionali durante la messa o si approfittava della messa
per fare la catechesi. La confessione veniva raccomandata specialmente nella
quaresima. Dolcezza e attenzione al peccatore era la regola che Guarino
suggeriva, lontana da ogni rigorismo giansenista.
La
cresima durante la visita pastorale doveva essere preparata da una catechesi.
Secondo l’uso allora molto diffuso venivano battezzati in maggioranza bambini
da pochi mesi ai 12 anni; non mancavano anche persone sui venti e più anni, ma
erano una minoranza.123
Poiché ormai lo stato non garantiva
più l’osservanza del giorno festivo, Guarino promosse iniziative di
coinvolgimento dei parroci e dei laici cattolici per fare opera di
convincimento dei negozianti e degli artigiani per l’osservanza dei giorni
festivi. L’arcivescovo lamentava però che i parroci avevano usato poco zelo per
promuovere l’osservanza dei giorni festivi secondo quanto era stato concordato
in antecedenza.124 Tuttavia
questa iniziativa aveva attirato l’attenzione della questura preoccupata che
queste commissioni che giravano per la città potessero turbare l’ordine
pubblico per cui chiese all’arcivescovo di ritirarle. Guarino rispose che non
si trattava di iniziativa politica, ma di un’azione religiosa, in quanto
incombeva sui cristiani l’osservanza della legge divina del riposo. In altre
città italiane esistevano associazioni che avevano questo scopo. Egli aveva chiesto
ai parroci di limitarsi alla semplice raccomandazione con modi garbati,
lasciando libertà ai negozianti. I cattolici erano per l’ordine pubblico, il
disordine era da scriversi invece a quelli che cercavano di avversare ogni
opera buona solo perché religiosa; e proprio questi davano i maggiori fastidi alla pubblica sicurezza.125
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