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Francesco Michele Stabile Il Card. Giuseppe Guarino IntraText CT - Lettura del testo |
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Giubileo episcopale La salute dell’Arcivescovo non era buona. Il 1 febbraio 1895 fu colpito da un doppio colpo apoplettico e rimase paralizzato nel lato destro. La conduzione della diocesi diventò più difficile. La Congregazione dei Vescovi chiese informazioni al card. Celesia sulle condizioni del Guarino. Il Celesia non poté non confermare la paralisi del Guarino e il fatto che il Vicario generale G. Basile era anziano.285 Prevedendo la richiesta della Congregazione di nominare un nuovo Vicario generale, il Guarino elesse un Provicario generale per non rimuovere il Basile ch’egli era stato vicino per tanti anni.286 La malattia dell’Arcivescovo e le sue ridotte possibilità di lavoro e di presenza avevano creato rivalità in una parte del clero contro i suoi collaboratori. I malumori di alcuni del clero, che ritenevano di essere stati messi da parte dall’arcivescovo che aveva preferito mantenersi fedele sempre agli stessi collaboratori, emersero quando nel 1897 si volle celebrare il giubileo episcopale del card. Guarino per iniziativa della Curia. Il comitato presieduto dal vicario generale Basile pubblicò un bollettino “Giubileo episcopale” per preparare il popolo alla celebrazione e per raccogliere fondi per i festeggiamenti che il Guarino non voleva sfarzosi. Egli infatti si lasciò convincere a patto che ci fosse attenzione ai poveri. Da ogni parte arrivarono lettere di congratulazioni e testimonianze di affetto verso il Guarino. In contrapposizione alla iniziativa della Curia messinese fu pubblicato in quello stesso periodo un foglio che contestava le iniziative che il comitato aveva voluto per festeggiare l’Arcivescovo. Il foglio fu chiamato “La Diocesi nel giubileo episcopale” che vide il suo primo numero il 15 gennaio 1897 qualche giorno dopo la pubblicazione del foglio ufficiale. Invece di feste questi preti proponevano che i fondi raccolti venissero destinati alla costruzione di una chiesa in un quartiere nuovo della città. La volontà era quella di screditare l’opera del Vescovo criticando i ritardi nello sviluppo dell’Azione cattolica, il fallimento del Comitato dell’Opera dei congressi, la assenza di comitati parrocchiali. Si rimproverava che i festeggiamenti erano stati organizzati dalla Curia senza la partecipazione della base ecclesiale.287 Gli echi di quella polemica durarono ancora dopo la morte del Guarino. Molti anni più tardi infatti nel giugno 1920 fu pubblicato a Messina un giornale intitolato “La Nuova Diocesi” che attaccava l’arcivescovo Letterio D’Arrigo, successore del Guarino. I cronisti ricordavano che nel 1897 era stato il D’Arrigo a sovvenzionare il foglio “La Diocesi” contro il Guarino, definito un gigante tra l’episcopato siciliano, nell’intento di colpire “chi tanta luce di sapere, di santità e d’illuminato e saggio governo proiettava sulla nostra disgraziata città”. La macchinazione del D’Arrigo voleva allora colpire, secondo i redattori, gli uomini più vicini al card. Guarino, e tra essiil Vicario generale Basile, mons. Trischitta, i canonici Di Francia, Filocamo, Vitale. Il D’Arrigo veniva accusato “di un misticismo vaporoso evanescente, infatuato divinizzatore della Sua personalità”.288 Contro il nuovo giornale contrario al D’Arrigo protestarono il capitolo e i canonici.289 Ma basterebbe leggere la relazione del Di Francia a don Orione sullo stato della diocesi per rendersi conto che queste accuse al D’Arrigo non erano infondate. Al di là delle guerre di partito, interessa che a più di vent’anni dalla morte la memoria del card. Guarino era ancora viva nel suo clero.
Pochi mesi dopo aver celebrato il suo giubileo episcopale il Guarino moriva. Era il sabato 11 settembre 1897.
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285 F. Foti nel maggio 1895 scrisse alla Segreteria di Stato sullo stato di salute del Guarino. Interviene la congregazione, AV, Congregazione dei Vescovi, sezione Vescovi 1895. 286 Lett. della congregazione a Celesia, 27.9.1895, risposta di Celesia, 19.11.1895, ivi. 287 ASF, b. XXXIII, f. 1c 288 Ivi. 289 Le proteste in ASF, b. XXXIII, f.1d. |
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