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Francesco Michele Stabile
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • Arcivescovo di Messina e cardinale
    • Il modello di prete: Annibale Di Francia
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Il modello di prete: Annibale Di Francia

 

            Il chierico Annibale di Francia era angustiato della possibile posticipazione dell’ordinazione presbiterale nel caso il papa Pio IX dovesse morire. Gli scriveva allora il Guarino:

 

            La prima disposizione al Sacerdozio, figlio benedetto, è non lasciarsi guidare da una fantasia da poeta, ma dalla ragione e dalla ubbidienza con calma e tranquillità in abbandono intero sulle braccia della Provvidenza di Dio. Non so capire le vostre agitazioni. Mettetevi in calma, e lasciate che di voi si occupino i Superiori secondo le disposizioni di Dio. Quanto avete scritto è tutto poesia. Vi vorrei calmo non agitabile, e non fantastico. Vi benedico e vi esorto a confidare in Dio, da cui ogni bene discende ed il quale ha perfino numerato i capelli della nostra testa.72

 

            Nel 1882 il Guarino nomina il Di Francia prefetto di tutti i chierici della città con il compito di curare la disciplina, di correggere, di dare norme di vita, orari da assolvere. Guarino aveva in mente l’organizzazione del chiericato esterno palermitano la cui formazione era affidata alle “Congregazioni di disciplina del Clero” alle quali aderiva gran parte del clero palermitano.

 

            Sorvegli – scriveva – la loro frequenza ai Sacramenti e procuri di studiare la loro indole, li abitui a mortificare la natura interiore e le passioni, l’informi alla pietà e li adoperi per la Dottrina cristiana.73

 

            Nel 1883 lo nomina canonico, e, alle lacrime del Di Francia che temeva di non poter conciliare le opere di carità con il servizio del culto, gli consiglia la devozione a S. Giovanni Battista de Rossi, del quale gli diede una medaglia benedetta dal Papa, perché il santo riusciva a conciliare le opere di carità con il servizio in S. Maria in Cosmedin.74

            E quando dovette intervenire per regolare in modo equo la raccolta delle elemosine tra l’opera del Di Francia e quella delle Piccole Suore, istituzioni dedite ai poveri, Guarino scrisse: “Padre comune dei poveri non ho preferenze da fare”. Delimitò i luoghi della questua, ma proibì che si unissero nella questua alle suore le ragazze “nell’età di maggior pericolo”.75 Il giudizio del Di Francia sul Guarino è molto preciso: “Uomo di singolari virtù, di profonda umiltà, di mente illuminata, di vasta dottrina ecclesiastica e letteraria”.76

 

 




72 Lett. 16.12.1877, ASF, b. LVIII, f. 2a; cfr. la lettera pubblicata da S. Greco su “Studi Rogazionisti”, 1984, n. 9, pp. 61-62.



73 Lett. 6.7.1882, ASF, b. LVIII, f. 2a.



74 Lett. 10.11.1883, ASF, b. LVIII, f. 2a.



75 Lett. 9.9.1889, ASF, b. LVIII, f. 2a.



76 Relazione presentata a don Luigi Orione vicario generale di Messina, ASF, LVIII, 3b.






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