- 81 -
2. Le attività pastorali in Messina
Il servo di Dio Can. Annibale M. Di Francia
così, con verità, anche se sotto il velo di caritatevoli immagini bibliche,
descrive la situazione della diocesi di Messina all'arrivo del nuovo arcivescovo:
« Mi guardi il Signore che, lodando il Guarino, io voglia spargere ombra sui
suoi antecessori di santa memoria. Ma i tempi del '60 a noi sono stati tempi di
eccezionali afflizioni per la Chiesa di Dio. Si è veduta la desolazione nel
tempio del Signore e l'abominazione nella casa di Dio di cui parlò il veggente
di Babilonia.
Appena giunto in Messina l'arcivescovo
Guarino con quell'intuito ond'egli prendeva conoscenza delle cose e delle
persone in un sol colpo d'occhio, vide e assaporò il miserando stato della
nostra diocesi. Ma pare che il Signore avesse a lui parlato come ad Ezechiele:
Figliuolo dell'uomo, pensi tu che queste aride ossa abbiano vita? Grida sopra
di esse: ecco che il Signore infonderà lo Spirito e avrete vita ». E così
avvenne. L'operaio del mistico campo, la vigile sentinella del nuovo Israele,
spirò un soffio potente di vita sulle aride ossa e si ricomposero: Messina in
breve tempo fu rigenerata ». 6
Ma i primi anni
furono particolarmente duri e difficili, anzi, come scrive mons. Basile, che fu
vicario generale del Guarino, furono essi anni di «amara prova: egli non faceva
che costatare sempre più lo stato spiritualmente deplorevole di Messina, senza
potervi riparare. Chi scrive queste righe un giorno - 82 -
lo intese dire
sospirando: quanti vescovi nelle loro diocesi sono lieti di vedere fiorire le
buone opere! ed io non ho questa felicità! Oh! quanto sarei lieto se potessi
dire: in quel punto di Messina vi è un ospizio per i poveri, in quell'altro
punto i giovinetti hanno una buona scuola che li istruisce e li educa, in quel
rione della città è una casa di salvezza per i poveri bambini dispersi, in
quell'altro una buona istituzione aiuta gli infelici ». 7
Mons. Guarino giungeva a Messina nel pieno di
attuazione di quelle leggi e disposizioni governative contrarie alla Chiesa che
tanto male avevano fatto in tutta Italia e perciò non lievi fatiche
dovette affrontare per
la difesa dei diritti
della Chiesa e nella tutela delle varie famiglie religiose di cui era ricco il
messinese.
Il Guarino, impegnando tutta la sua scienza
giuridica, l'abilità e l'esperienza conseguite in lunghi anni di pratica nei
dicasteri ecclesiastici, riuscì a salvare chiese, monasteri e luoghi pii
permettendo, specialmente alle claustrali, di continuare nel loro apostolato
silenzioso, ma insostituibile, della preghiera e dell'immolazione per il bene
delle anime.
Bisognò riottenere il palazzo vescovile, il
seminario usurpati dal demanio e poi restaurarli e rinnovarli negli ambienti
che il lungo abbandono aveva reso inabitabili.
A)
PER IL
CLERO
« Ma - come narra il nipote
Pietro Guarino - ciò che fu più faticoso, che occupò vent'anni di apostolato,
che produsse all'apostolo di Cristo dolori inenarrabili, che lo sfinirono in
lotte diuturne, fu la ricostruzione del clero nella città e nelle parrocchie
della vastissima archidiocesi ». 8
Molti erano i preti poverissimi e senza un sicuro sostentamento, non
pochi avevano contratto abitudini secolaresche, non si dedicavano al lavoro
nella messe del Signore, ma dei propri affari.
Mons.
Guarino affrontò e sostenne per lungo tempo una vera guerra contro il male che
serpeggiava nelle file del clero e, con l'aiuto di Dio, la vinse, perché tolse
gli scandali più gravi, corresse gli errori più vistosi, ricondusse la
stragrande maggioranza del clero alla più rigida vita ecclesiastica, punendo
quando era necessario, ma principalmente correggendo e conquistando cuore dei suoi sacerdoti.
Una volta, in una lettera a mons. Celesia,
parlando delle sue fatiche così si sfogava: « Devo far tutto
io personalmente e sono stanco davvero. Ho dovuto farla anche da
istruttore: i risultati dei processi sono che ho liberato la diocesi di due
arcipreti pessimi i quali occupavano due importantissime arcipreture: uno fu
deposto con sentenza; l'altro rinunziò in corso di procedure ecclesiastiche. Deo gratias! Questi due esempi, intanto,
han messo qualche altro in salutare timore. Divengo a tali atti con estremo
dolore e me ne infermo; ma esauriti, per anni, tutti i mezzi della persuasione
e della dolce carità, è anche carità venire agli atti di giustizia: io non devo
perdere per loro l'anima mia. 9
In altra occasione si confidava con il nipote
Beniamino:
« Tuo padre mi scrisse sulle sciocchezze del Piff-Paff il quale ha tutto l'impegno di
illustrarmi. Buon pro gli faccia! Dal mettere insieme il vescovo di Patti . . .
ho sospettato che il Piff-Paff sia
spinto contro di me dagli stessi nemici pattesi di quel vescovo; poiché già
sospettano che io in Roma e qui l'ho sostenuto nelle avversità che gli han
fatte. Se no, la faccenda parte da Francavilla nella mia diocesi dove,
destituito l'arciprete con sentenza mia confermata dalla S. Sede, non promossi
il nipote il quale è vissuto nell'ambizione di succedere allo zio: ma sarebbe
stato un errore peior priore. Egli ha
tentato di scrivere e scrisse qui una volta a suo modo contro di me e forse ora
tenta nel Piff –Paff . Del resto
qualche invidioso ci dev'essere anche in Palermo perché - 83 -
nell'occasione
dei funerali di Vittorio Emanuele cotesto giornale che si intitola L'inaspettato mi chiamò Romito di
Lampedusa, forse con qualche altro frizzo e il foglio mi fu allora mandato con
marca a lapis nelle linee che mi riguardavano. I giornalisti, salve in tutta
Italia pochissime eccezioni, son tutti peste sporca ». 10
Per tutta la durata del suo episcopato
consacrò molta parte del suo tempo e delle sue attività ai sacerdoti: li
riceveva volentieri e si tratteneva con loro dei vari problemi personali e
parrocchiali o di apostolato; li visitava nelle loro malattie e si accompagnava
con alcuni di loro anche nelle passeggiate.
Curò particolarmente la loro formazione
spirituale, favorendo la frequenza agli esercizi spirituali 11 e la regolarità
nei ritiri mensili e nello studio e soluzione dei casi di coscienza.
Ricostitui tutti gli organismi ecclesiastici
e nel capitolo della metropolitana eresse ed istitui le prebende del canonico
teologo e deI penitenziere che mancavano.
B) PER IL POPOLO
Anche
in Messina, come in tante altre città italiane, le sette, e specialmente la
massoneria e il socialismo, avevano compiuto enormi devastazioni nel campo
religioso. All'inizio del suo ministero episcopale egli fu guardato da molti
notabili locali della vita civile e politica con diffidenza e ostilità, ma con
la sua bontà sorridente, egli, che in ogni occasione tutti accoglieva
cordialmente, riuscì a disarmarli e poi, con le sue prove eroiche di carità,
nelle circostanze più dolorose, a conquistarli e in massima parte a farseli
amici.
- 84 -
Una delle prime e più costanti cure
del Guarino fu quella dell'istruzione religiosa ai piccoli e ai grandi. Divise
la città in varie zone, stabilì le chiese in cui si doveva impartire la
Dottrina Cristiana ai fanciulli e ne diede incarico ad alcuni sacerdoti di
buona volontà e ricchi di zelo per la salvezza delle anime.
Per aiutarli nella loro opera fece pubblicare
un catechismo disposto secondo le varie classi e con difficoltà graduate.
Ogni anno i fanciulli più istruiti e
volenterosi venivano premiati in una solenne cerimonia pubblica dallo stesso
arcivescovo.
Perché l'insegnamento religioso si svolgesse
con regolarità e serietà delegò come ispettore il can. Annibale M. Di Francia
di cui ci rimane per il 1882, un particolareggiato « Resoconto delle ispezioni
alle varie chiese aperte all'insegnamento della Dottrina Cristiana ».
12
Per le sue continue preoccupazioni e
l'incessante sollecitudine per l'educazione cristiana della gioventù, promosse
e favorì, in città e diocesi, la fondazione di convitti, istituti, associazioni
particolarmente impegnati in questo campo.
Nella prospettiva di un rinnovamento e di un
risveglio spirituale del popolo messinese bisogna considerare l'impulso da lui
dato a tutte le associazioni di vecchia e nuova origine che ripresero le loro
attività e le aggiornarono secondo le esigenze dei tempi e anche si
moltiplicarono in città e diocesi. Ricordiamo, tra tante, la associazione dei
Luigini, la Pia Unione delle Figlie di Maria, le società operaie cattoliche, le
conferenze di S. Vincenzo de' Paoli e le tante iniziative del movimento sociale
cristiano, l'Azione Cattolica Italiana che cominciò a fiorire in diocesi
durante il suo episcopato, i Terz'Ordini, i Circoli Cattolici, ecc.
Una speciale menzione merita l'Opera dei
Tabernacoli istituita in Messina, poco tempo dopo il suo arrivo, per sollevare
la povertà di tante chiese e renderle meno indecorose per il culto divino.
- 85 -
Mons.
Guarino riuscì ad attirarvi
molte nobildonne messinesi che, sotto la guida di Teresa Pennisi Lella,
realizzarono molte iniziative di bene rifornendo le chiese povere della città e
della diocesi di biancheria e di arredi sacri.
Per la vita spirituale dei suoi fedeli, come
si vede da tante notificazioni al popolo e circolari al clero per le più varie
ricorrenze, particolarmente incoraggiò l'adorazione della SS. Eucaristia, la
confessione e la comunione frequente, la devozione al S. Cuore di Gesù con i
primi venerdi e il mese di giugno e quella alla Vergine Santissima con la
celebrazione dei mesi di maggio e di ottobre e delle feste più importanti del
calendario liturgico o delle tradizioni locali come la Madonna della Lettera,
l'Immacolata, l'Assunta, Maria Bambina e la Madonna del Rosario e infine quelle
di S. Giuseppe e della Sacra Famiglia, secondo gli insegnamenti di Leone XIII.
Con tutte queste iniziative ed attività che
egli seguiva costantemente con occhio vigile e discreti interventi per
consigliare, correggere, richiamare o incoraggiare, riuscì - con la
collaborazione sempre più generosa ed entusiasta del clero e di molti laici - a
rinnovare la diocesi e ad avviarla ad una vita cristiana più convinta e
coerente.
|