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Domenico De Gregorio
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • CAPITOLO IV   ARCIVESCOVO  DI  MESSINA
    • 2.    Le attività   pastorali  in  Messina
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2.    Le attività   pastorali  in  Messina

 

       Il   servo di Dio Can. Annibale M. Di Francia così, con verità, anche se sotto il velo di caritatevoli immagini bibliche, descrive la situazione della diocesi di Messina all'arrivo del nuovo arcivescovo: « Mi guardi il Signore che, lodando il Guarino, io voglia spargere ombra sui suoi antecessori di santa memoria. Ma i tempi del '60 a noi sono stati tempi di eccezionali afflizioni per la Chiesa di Dio. Si è veduta la desolazione nel tempio del Signore e l'abominazione nella casa di Dio di cui parlò il veggente di Babilonia.

Appena giunto in Messina l'arcivescovo Guarino con quell'intuito ond'egli prendeva conoscenza delle cose e delle persone in un sol colpo d'occhio, vide e assaporò il miserando stato della nostra diocesi. Ma pare che il Signore avesse a lui parlato come ad Ezechiele: Figliuolo dell'uomo, pensi tu che queste aride ossa abbiano vita? Grida sopra di esse: ecco che il Signore infonderà lo Spirito e avrete vita ». E così avvenne. L'operaio del mistico campo, la vigile sentinella del nuovo Israele, spirò un soffio potente di vita sulle aride ossa e si ricomposero: Messina in breve tempo fu rigenerata ». 6

Ma i primi anni furono particolarmente duri e difficili, anzi, come scrive mons. Basile, che fu vicario generale del Guarino, furono essi anni di «amara prova: egli non faceva che costatare sempre più lo stato spiritualmente deplorevole di Messina, senza potervi riparare. Chi scrive queste righe un giorno


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lo intese dire sospirando: quanti vescovi nelle loro diocesi sono lieti di vedere fiorire le buone opere! ed io non ho questa felicità! Oh! quanto sarei lieto se potessi dire: in quel punto di Messina vi è un ospizio per i poveri, in quell'altro punto i giovinetti hanno una buona scuola che li istruisce e li educa, in quel rione della città è una casa di salvezza per i poveri bambini dispersi, in quell'altro una buona istituzione aiuta gli infelici ». 7

Mons. Guarino giungeva a Messina nel pieno di attuazione di quelle leggi e disposizioni governative contrarie alla Chiesa che tanto male avevano fatto in tutta Italia e perciò non lievi fatiche dovette  affrontare  per

la difesa dei diritti della Chiesa e nella tutela delle varie famiglie religiose di cui era ricco il messinese.

Il Guarino, impegnando tutta la sua scienza giuridica, l'abilità e l'esperienza conseguite in lunghi anni di pratica nei dicasteri ecclesiastici, riuscì a salvare chiese, monasteri e luoghi pii permettendo, specialmente alle claustrali, di continuare nel loro apostolato silenzioso, ma insostituibile, della preghiera e dell'immolazione per il bene delle anime.

Bisognò riottenere il palazzo vescovile, il seminario usurpati dal demanio e poi restaurarli e rinnovarli negli ambienti che il lungo abbandono aveva reso inabitabili.

 

 

A)         PER  IL  CLERO

 

« Ma -  come narra il nipote Pietro Guarino - ciò che fu più faticoso, che occupò vent'anni di apostolato, che produsse all'apostolo di Cristo dolori inenarrabili, che lo sfinirono in lotte diuturne, fu la ricostruzione del clero nella città e nelle parrocchie della vastissima archidiocesi ». 8

Molti erano i preti poverissimi e senza un sicuro sostentamento, non pochi avevano contratto abitudini secolaresche, non si dedicavano al lavoro nella messe del Signore, ma dei propri affari.

Mons. Guarino affrontò e sostenne per lungo tempo una vera guerra contro il male che serpeggiava nelle file del clero e, con l'aiuto di Dio, la vinse, perché tolse gli scandali più gravi, corresse gli errori più vistosi, ricondusse la stragrande maggioranza del clero alla più rigida vita ecclesiastica, punendo quando era necessario, ma principalmente correggendoconquistando  cuore  dei suoi sacerdoti.

Una volta, in una lettera a mons. Celesia, parlando delle sue fatiche così si sfogava: « Devo far  tutto  io personalmente e sono stanco davvero. Ho dovuto farla anche da istruttore: i risultati dei processi sono che ho liberato la diocesi di due arcipreti pessimi i quali occupavano due importantissime arcipreture: uno fu deposto con sentenza; l'altro rinunziò in corso di procedure ecclesiastiche. Deo gratias! Questi due esempi, intanto, han messo qualche altro in salutare timore. Divengo a tali atti con estremo dolore e me ne infermo; ma esauriti, per anni, tutti i mezzi della persuasione e della dolce carità, è anche carità venire agli atti di giustizia: io non devo perdere per loro l'anima mia. 9

In altra occasione si confidava con il nipote Beniamino:

« Tuo padre mi scrisse sulle sciocchezze del Piff-Paff il quale ha tutto l'impegno di illustrarmi. Buon pro gli faccia! Dal mettere insieme il vescovo di Patti . . . ho sospettato che il Piff-Paff sia spinto contro di me dagli stessi nemici pattesi di quel vescovo; poiché già sospettano che io in Roma e qui l'ho sostenuto nelle avversità che gli han fatte. Se no, la faccenda parte da Francavilla nella mia diocesi dove, destituito l'arciprete con sentenza mia confermata dalla S. Sede, non promossi il nipote il quale è vissuto nell'ambizione di succedere allo zio: ma sarebbe stato un errore peior priore. Egli ha tentato di scrivere e scrisse qui una volta a suo modo contro di me e forse ora tenta nel PiffPaff . Del resto qualche invidioso ci dev'essere anche in Palermo perché


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nell'occasione dei funerali di Vittorio Emanuele cotesto giornale che si intitola L'inaspettato mi chiamò Romito di Lampedusa, forse con qualche altro frizzo e il foglio mi fu allora mandato con marca a lapis nelle linee che mi riguardavano. I giornalisti, salve in tutta Italia pochissime eccezioni, son tutti peste sporca ». 10

Per tutta la durata del suo episcopato consacrò molta parte del suo tempo e delle sue attività ai sacerdoti: li riceveva volentieri e si tratteneva con loro dei vari problemi personali e parrocchiali o di apostolato; li visitava nelle loro malattie e si accompagnava con alcuni di loro anche nelle passeggiate.

Curò particolarmente la loro formazione spirituale, favorendo la frequenza agli esercizi spirituali 11 e la regolarità nei ritiri mensili e nello studio e soluzione dei casi di coscienza.

Ricostitui tutti gli organismi ecclesiastici e nel capitolo della metropolitana eresse ed istitui le prebende del canonico teologo e deI penitenziere che mancavano.

 

B)       PER  IL  POPOLO

 

Anche in Messina, come in tante altre città italiane, le sette, e specialmente la massoneria e il socialismo, avevano compiuto enormi devastazioni nel campo religioso. All'inizio del suo ministero episcopale egli fu guardato da molti notabili locali della vita civile e politica con diffidenza e ostilità, ma con la sua bontà sorridente, egli, che in ogni occasione tutti accoglieva cordialmente, riuscì a disarmarli e poi, con le sue prove eroiche di carità, nelle circostanze più dolorose, a conquistarli e in massima parte a farseli amici.


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Una delle prime e più costanti cure del Guarino fu quella dell'istruzione religiosa ai piccoli e ai grandi. Divise la città in varie zone, stabilì le chiese in cui si doveva impartire la Dottrina Cristiana ai fanciulli e ne diede incarico ad alcuni sacerdoti di buona volontà e ricchi di zelo per la salvezza delle anime.

Per aiutarli nella loro opera fece pubblicare un catechismo disposto secondo le varie classi e con difficoltà graduate.

Ogni anno i fanciulli più istruiti e volenterosi venivano premiati in una solenne cerimonia pubblica dallo stesso arcivescovo.

Perché l'insegnamento religioso si svolgesse con regolarità e serietà delegò come ispettore il can. Annibale M. Di Francia di cui ci rimane per il 1882, un particolareggiato « Resoconto delle ispezioni alle varie chiese aperte all'insegnamento della Dottrina Cristiana ». 12

Per le sue continue preoccupazioni e l'incessante sollecitudine per l'educazione cristiana della gioventù, promosse e favorì, in città e diocesi, la fondazione di convitti, istituti, associazioni particolarmente impegnati in questo campo.

Nella prospettiva di un rinnovamento e di un risveglio spirituale del popolo messinese bisogna considerare l'impulso da lui dato a tutte le associazioni di vecchia e nuova origine che ripresero le loro attività e le aggiornarono secondo le esigenze dei tempi e anche si moltiplicarono in città e diocesi. Ricordiamo, tra tante, la associazione dei Luigini, la Pia Unione delle Figlie di Maria, le società operaie cattoliche, le conferenze di S. Vincenzo de' Paoli e le tante iniziative del movimento sociale cristiano, l'Azione Cattolica Italiana che cominciò a fiorire in diocesi durante il suo episcopato, i Terz'Ordini, i Circoli Cattolici, ecc.

Una speciale menzione merita l'Opera dei Tabernacoli istituita in Messina, poco tempo dopo il suo arrivo, per sollevare la povertà di tante chiese e renderle meno indecorose per il culto divino.


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Mons. Guarino riuscì ad attirarvi molte nobildonne messinesi che, sotto la guida di Teresa Pennisi Lella, realizzarono molte iniziative di bene rifornendo le chiese povere della città e della diocesi di biancheria e di arredi sacri.

Per la vita spirituale dei suoi fedeli, come si vede da tante notificazioni al popolo e circolari al clero per le più varie ricorrenze, particolarmente incoraggiò l'adorazione della SS. Eucaristia, la confessione e la comunione frequente, la devozione al S. Cuore di Gesù con i primi venerdi e il mese di giugno e quella alla Vergine Santissima con la celebrazione dei mesi di maggio e di ottobre e delle feste più importanti del calendario liturgico o delle tradizioni locali come la Madonna della Lettera, l'Immacolata, l'Assunta, Maria Bambina e la Madonna del Rosario e infine quelle di S. Giuseppe e della Sacra Famiglia, secondo gli insegnamenti di Leone XIII.

Con tutte queste iniziative ed attività che egli seguiva costantemente con occhio vigile e discreti interventi per consigliare, correggere, richiamare o incoraggiare, riuscì - con la collaborazione sempre più generosa ed entusiasta del clero e di molti laici - a rinnovare la diocesi e ad avviarla ad una vita cristiana più convinta e coerente.

 

 




6 Card. Guarino, o. c., p. 13.



7 Il Giubileo episcopale, o. c., 1-2 Maggio 1897.



8 Montedoro, o. c., p. 55.



9 ASDP - Lettera al Celesia del 29 – 6 - 81.



10 Famiglia Guarino - Lettera a Beniamino 11 – 4 - 82.



11 Organizzò gli esercizi molto spesso inviando ai sacerdoti apposite circolari per invitarli ad intervenire. Nel 1882 tutto il clero della diocesi fu chiamato a Messina dove predicarono mons. Guarino le meditazioni e mons. Gaetano Blandini le istruzioni. In altre occasioni, come nel 1890, divise la diocesi in zone per dare comodità di  intervento a  tutti.



12 FRANCESCO VITALE, Il can. A. M. Di Francia nella vita e nelle opere. Messina, 1935, p. 125.






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