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7. Fondatore delle Apostole
della S. Famiglia
Una delle opere più belle del Card. Guarino, che tuttora ne perpetua la
paternità spirituale, fu la fondazione di una nuova congregazione religiosa:
quella delle « Piccole Serve della Sacra Famiglia » oggi denominata delle
Apostole della S. Famiglia.
La sua prudenza, forse un po' eccessiva, - ma spiegabile con la lotta ingaggiata in Italia contro le
istituzioni ecclesiali, la soppressione degli ordini e delle congregazioni
religiose e la atmosfera anticlericale in cui operava - e
soprattutto la sua umiltà e talune circostanze ambientali, specie dopo
la sua morte, ne fecero quasi dimenticare, con la verità storica, anche il
nome.
Ma è doveroso, oggi, riconoscere a mons. Guarino questo altro titolo
alla riconoscenza dei posteri, dentro e fuori la sua diocesi, anche perché il
suo spirito informi tutte le attività delle sue figlie.
Un gruppo di giovani Figlie di Maria di San Pier Niceto, nell'archidiocesi
di Messina, animate dal desiderio di consacrarsi al Signore in opere di
apostolato per il sollievo dei poveri e dei bisognosi, per mezzo della loro
direttrice, Emanuela David, e dell'arciprete del paese d. Sebastiano Visalli,
chiese a Mons. Guarino di potersi costituire in comunità religiosa sotto la
regola che egli credesse più adatta per raggiungere gli scopi che si
prefiggevano: la santificazione propria nelle opere caritative e di apostolato.
Mons. Guarino, dopo ponderato esame, accolse la loro richiesta e poiché
gli scopi coincidevano con quelli di una analoga istituzione di Palermo per cui
egli preparava le Regole, le compose anche per loro.
Così scriveva alla David il 18 dicembre 1885:
« Discenda su di voi e sulle vostre compagne l'abbondanza delle benedizioni del
cielo e vi allieti l'infante Gesù dei suoi più deliziosi carismi Ho avuto la
vostra lettera del 12 di questo mese. Nessuna cosa fra tante pene ed angosce
che mi danno gli attuali tempi depravati - 103 -
riesce più gioconda e confortevole
al mio cuore quanto il vedere delle buone giovinette zelanti della gloria di
Dio dedicarsi al servizio di Sua Divina Maestà coi vincoli soavissimi dei santi
voti, appartandosi dalla comune corruzione!
Io non so dirvi pertanto quanta consolazione mi abbiate dato con
l'annunzio del vostro egregio sig. Arciprete e la vostra cara lettera. Dio ne
sia benedetto!
Volete vedere nell'opera vostra la volontà di Dio? Ecco: ci siamo
incontrati nello stesso pensiero senza saperlo. Io, richiesto da una nobile,
ricca e santa signorina di Palermo, sto preparando le regole di un istituto il
quale avrà per oggetto quello stesso che voi mi avete espresso. Mirabile
coincidenza! Ed io sono lietissimo di dirvi che il nostro di S. Pier Niceto
nascerà prima e sarà la prima casa. Però darà incentivo a quello di Palermo e
ne faciliterà la via ». 45
Mons. Guarino prese a cuore il progetto e lo realizzò aiutando le
giovani in tutte le maniere: non solo scrisse la regola, ma si interessò
minutamente della vita delle suore, dei locali, del loro abito, del loro
sostentamento, del loro lavoro, dei loro problemi piccoli e grandi come solo
poteva fare il padre e il fondatore della nascente congregazione.
Tale fu sempre considerato sia dalle suore come dal clero locale e della
diocesi 46 e tale egli si considerava e come tale agiva in ogni suo
atto.
Nel 1894 in una lettera al nipote, parlando della Sacra
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Famiglia diceva: « Io poi ho eretto confraternite sotto questo titolo
e un eccellente stabilimento di scuole femminili ». 47
Quando poi furono composte le regole, il 25 luglio 1886, mons.
Guarino scriveva alla David: « Per l'istituto di Palermo han dovuto farsi
parecchie modifiche le quali non avran luogo pel nostro di 5. Pier Niceto . .
Per le modifiche fattesi in Palermo non trattasi già di identico Istituto, ma
di due istituti diversi . . . Intitolerò l'istituto di 5. Pier Niceto «
Congregazione delle Piccole Serve della Sacra Famiglia » e così renderò un
omaggio perpetuo a Gesù, Maria, Giuseppe dei quali per misericordia di Dio sono
tenerissimo. Fate presto, affrettatevi, quando verrò in sacra visita vorrei
trovarvi riunite e benedirvi a gran cuore, come mie figlie primogenite. Io ho
fiducia che nelle regole troverete in miniatura il vostro spirito, le vostre
inclinazioni, la vostra vocazione ». 48
La vita comune iniziò nell'estate del 1888 con tre suore di cui la
David, con il nome di Suor Margherita Maria, venne da mons. Guarino nominata
superiora.
Lo scopo delle Piccole Serve della Sacra Famiglia era quello di
santificarsi praticando la carità in tutte le forme per loro possibili.
S. Francesco di Sales, - la cui spiritualità permea tutta la Regola -
per le Visitandine stabiliva l'autonomia di ogni singola casa e anche mons.
Guarino aveva previsto che altre possibili comunità, pur guidate dallo stesso
spirito, vivessero in piena indipendenza.
Nel 1890 Mons. Guarino autorizzò il parroco Bianco perché nella sua
parrocchia di S. Maria dell'Arco si costituissero in comunità le giovani
Carmela Auteri, Maria Ferrara, Maria Famà per formare una casa religiosa sul
modello di quella di S.Pier Niceto.
Dai verbali risulta che il parroco Bianco ebbe dallo stesso Arcivescovo
l'incarico della direzione spirituale.
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La casa della Sacra Famiglia di Messina fu completamente
autonoma da quella di S. Pier Niceto, pur avendo la stessa regola, lo stesso
vestito e anche frequenti scambi epistolari e di fraternità. 49
La casa di S. Pier Niceto si sviluppò e le sue suore si dedicarono in
modo particolare all'istruzione religiosa delle ragazze e delle giovani,
all'assistenza delle malate a domicilio o al ricovero e al servizio delle
povere rimaste senza aiuto e senza parenti.
Per una serie di vicende dolorose - che sarebbe fuor di luogo narrare -
fu chiusa dall'autorità ecclesiastica nel 1900, mentre quella di Messina
prosperò, dedicandosi all'educazione e all'istruzione della gioventù.
Purtroppo anche su di essa si addensò la bufera e venne la catastrofe
con il terremoto del 1908.
Sopravvissero solo cinque suore che, avendo perduto ogni cosa, furono
ospitate in vari luoghi e anche fuori diocesi, come Acireale e perfino a
Tortona, nell'Istituto di D. Orione.
Tra di esse, estratta dalle macerie dopo giorni, era una delle prime
tre suore della casa di Messina: Suor Maria Teresa Ferrara.
Tenacemente attaccata alla Congregazione delle Piccole Serve della S.
Famiglia, non solo non volle farsi assorbire da altre - 106 -
istituzioni, ma
concepì l'utopistico disegno - come sembrava a tutti - di mantenerla in vita e
riportarla alla prosperità.
Tornata nel 1912 a Messina - in
spe contra spem - tra lotte e contrarietà di ogni genere, con una
immolazione costante durata molti anni e sacrifici che solo l'eroismo della
santità può spiegare, riuscì a riaprire una casa, a riacquistare ciò che
apparteneva alla S. Famiglia e a riportare la sua Congregazione alla miracolosa
fioritura odierna.
Nel 1976 il III Capitolo Generale delle Apostole della S. Famiglia in
ottemperanza al Concilio Vaticano II che invita i religiosi a rivivere il
carisma e le finalità proprie dei Fondatori,50 riaffermò, sulla base di
molti ed inoppugnabili documenti storici, la diretta, legittima filiazione dal
Card. Guarino al cui spirito che vive nella regola esse intendono conformarsi
perché lo considerano, quale egli è, loro Padre e Fondatore.51
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