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Domenico De Gregorio
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • CAPITOLO IV   ARCIVESCOVO  DI  MESSINA
    • 11. Un  telegramma  di  Crispi
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11. Un  telegramma  di  Crispi

 

Durante il colera del 1885 a Palermo - come scrive Eduardo Soderini, autore dell'opera: Il Pontificato di Leone XIII -« l'arcivescovo card. Celesia si diede con il suo clero ad assistere a tutt'uomo i malati e a far coraggio alle popolazioni. Come però i pregiudizi contro i inedici e i loro rimedi erano colà radicati più profondamente che altrove, la prudenza consigliò di procedere più lentamente e con maggiori riguardi che in altri luoghi.

      


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Disgraziatamente il Crispi - continua il Soderini - che si era recato colà non comprese la situazione e credette che, quale fulmine di guerra, il clero avrebbe dovuto in un istante mutare le teste dei suoi concittadini.

       Si scagliò perciò contro di esso, fino a mandare un telegramma al Papa in cui, firmandosi deputato ed ex ministro, accusava il clero palermitano di condotta indegna nell'epidemia colerica. Accusa grave che fu respinta unanimamente dalla stampa siciliana, la quale lodò invece altamente la condotta del clero. Anche altrove i giornali di parte liberale criticarono quel famoso telegramma, nell'inviare il quale affermavano avere il Crispi « mancato agli  obblighi  più  elementari  di discretezza, di convenienza e di tatto». 74  Il Card. Celesia smentì il vecchio uomo politico con l'evidenza dei fatti indirizzando una lettera al card. G. lacobini e « la replica - commentava La Nazione di Firenze - sì nella sostanza, sì nella forma, è una nuova lezione che temiamo rimarrà, come tante altre per l'on. Crispi, vana ed inutile ». 75

       Mons. Guarino mandò un telegramma di solidarietà al Celesia e uno di protesta contro le parole irresponsabili e menzognere del vecchio statista. Si aspettava la solidarietà coraggiosa degli altri vescovi che però non fu unanime, come aveva sperato.

       Il 2 ottobre 1885 se ne lamentava con il Card. Celesia: « La calunnia audace del noto Crispi m'indignò tanto che non contento del mio telegramma, lo stesso giorno mi nermisi di pregare con lettera mia tutti i vescovi di Sicilia a fare altrettanto. All'arcivescovo di Monreale soltanto non scrissi perché pensai che in tanta vicinanza avrebbe fatto più presto la sua parte. Alcuni fraintesero la mia lettera, sebbene abbastanza chiara e mi rispondono: aderisco al vostro telegramma! Cataplasmi. » 76

 




74 E. SODERINI, Il pontifcato di Leone XIII - Milano 1933, vol. II, p. 112.



75 La Nazione, citata dal Soderini, p. 113, n. 1.



76 ASDP - Lettera al Celesia del 12-10-1885.






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