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13. Una
medaglia
Cessato il colera, flei 1888, mons. Guarino fu proposto al ministero
per una medaglia d'oro al merito civile « per lo slancio di ammirevole carità
con cui visitò e confortò gli infermi, sprezzando il pericolo e dando
nobilissimo esempio di coraggio e di abnegazione ».
Ma
il ministro dell'interno, forse per l'occulto lavorio della massoneria e degli
anticlericali, non accolse la proposta e conferì soltanto la medaglia
d'argento.
Al
prefetto, conte Capitelli, che gli comunicava la notizia della medaglia
conferitagli dal governo, accompagnandola con una nobilissima lettera,
l'arcivescovo rispose ringraziando e aggiungendo: « In quel funesto incontro io
non adempii che i miei doveri pastorali, alieno dal pensare a qualsiasi
attestato di benemerenza civile. Ricevo adunque la medaglia che a nome del
governo si è degnata di inviarmi, unicamente per cederla in favore delle povere
creaturine rimaste orfane nel colera alle quali oggi stesso la fo arrivare
perché la superiora dello stabilimento provveda a qualche cosa necessaria alla
più bisognosa.
È tenue, invero, l'offerta, ma
dimostra l'affetto che mi lega sempre agli sventurati di modo che avrei dato
alla medaglia la stessa destinazione, anche se fosse stata di brillanti ». 88
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