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2. I
tre concistori
Il
16 gennaio 1893 Leone XIII tenne il concistoro segreto in cui furono creati 14
nuovi cardinali e mons. Guarino fu il primo dell'elenco.
Questo
concistoro, come scriveva «Le moniteur de
Rome» sarebbe rimasto « parmi les
plus brillants et le plus memorables du pontificat de Léon XIII » perché
rivestiva un carattere eccezionale, sia per il numero delle promozioni, il più
elevato mai visto fino allora, sia per l'importanza e diversità dei nuovi
eletti.
Tra di essi
primeggiavano i cardinali italiani Guarino, Mocenni, Malagola, Di Pietro,
Persico, Galimberti « pour recompenser
les mérites de cette église italienne, aujord’hui si durement éprouvée et unie
sì étroitement à toutes les douleurs de son Chef ». 9
Nell'allocuzione
pronunziata per la circostanza Leone XIII, ricordate le celebrazioni giubilari
del suo sacerdozio e del suo episcopato e fatto un cenno alle condizioni
dolorose dei tempi, manifestava la sua volontà di creare nuovi
cardinali per completare
il sacro Collegio
per mezzo di
« eximios viros bene de re christiana meritos
quippe qui in episcopalibus muneribus, aut legationibus, aut honoribus urbanis
gerendis, diligentia, integritate, rerum usu, spectata in Apostolicam Sedem
fide praestitere».10
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Subito
dopo il concistoro mons. Marzolini, maestro delle cerimonie pontificie con il
maestro di camera del Segretario di Stato, D. Filippo Rocchi, il Sostituto
della Sommisteria Apostolica cav. Riggi, si recarono alla residenza di mons.
Guarino per consegnargli il biglietto con cui gli si partecipava la sua
elevazione al cardinalato.
Il card. Guarino, come narrò mons. Isidoro
Carini, « abbastanza commosso, ma con quella serenità sua che ben sa
padroneggiare gli affetti, rispose che si sentiva impari a tanto onore; ma che
nella sua elevazione lo consolavano soltanto le parole dettegli dal S Padre: La
vostra scelta me l'ha ispirato Dio, solo lui, esclusivamente lui, aggiungendo
che, infine, se aveva servito la S. Chiesa Romana per grazia di Dio, durante il
corso della vita, tanto più sarebbero cresciuti adesso i sentimenti di fedeltà,
di gratitudine, di sudditanza ».11
Alla consegna del biglietto
tra gli altri erano presenti mons. Isidoro Carini, mons. Di Bisogno, mons.
Radini-Tedeschi, mons. Procaccini, il generale dei Teatini p. Ragonesi, e molti
altri sacerdoti e laici, specialmente messinesi e siciliani.
Il concistoro semipubblico fu tenuto da Leone
XIII il 18 gennaio. Il 5. Padre impose ai nuovi cardinali la mozzetta e il
berretto. Il card. Guarino, a nome di tutti, pronunciò un discorso in latino
che destò grande ammirazione.
Il concistoro pubblico si tenne il 19 gennaio,
nella Sala Regia, per l'imposizione del galero e l'assegnazione del titolo. A
mons. Guarino venne dato quello presbiterale di S. Tommaso in Parione.
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Era presente una folta delegazione messinese di cui facevano parte il
can. Trischitta, il parroco Filocamo, mons. G. Scarcella, i sacerdoti De
Francesco, Cali, Settineri, Ciccolo, il diacono - 130 -
Visalli, e poi il
duca di S. Martino, il principe di Scaletta, il cav. Pennisi e i signori Freni,
La Rosa, Prinzi, Vitale, Fleres in rappresentanza di vari organismi diocesani.
Per la famiglia del Card. Guarino era presente l'Avv. Beniamino Guarino.
Il 21 gennaio, Leone XIII,
ricevette, in privata udienza, la delegazione messinese, dichiarandosi
lietissimo di vederla così numerosa e tanto qualificata.
Felicitandosi con il Card.
Guarino asseriva essere stata vera ispirazione del Signore l'averlo innalzato
alla dignità cardinalizia perché lo meritavano le sue virtù, la sua dottrina,
le sue opere, il suo coraggio, le sue fatiche e sperava che la città, a cui
aveva voluto rendere anche onore, si sarebbe mostrata grande e degna dell'alta
ononficenza.
Ricordando poi la Sicilia
tutta, aggiungeva, che con tre cardinali sarebbe stata più forte e gagliarda
nella lotta contro il male.
In ultimo, rivolgendo la sua
paterna attenzione ad un chierichetto, il piccolo Pietrino La Rosa, lo volle al
suo fianco e, dopo tante domande scherzevoli, gli disse: « Quando tornerete a
rivedere i vostri compagni da un pulpitino direte loro di aver visto il Papa e
parlato con lui e di aver ricevuto incarico di comunicar loro che io li
benedico e li voglio santi e buoni ». 13
Ai laici presenti il Papa raccomandò di
mostrarsi apertamenti cattolici, scevri da ogni rispetto umano e benedisse
singolarmente le varie associazioni cattoliche, avendo una particolare
esortazione per ognuna di esse.
L'udienza pontificia, che fu
insolitamente lunga, destò nei presenti gioia e commozione singolari.
« Non mi domandate -
scriveva il cronista del Corriere
Peloritano - se noi tutti della deputazione eravamo commossi. nel vederci così
benevolmente intrattenuti dal Vicario di Gesù Cristo. Voi pure ne provereste un
santo orgoglio, giacché questo - 131 -
tratto di particolare affetto del S.
Padre non fu rivolto a noi soli, ma, per noi, all'intera città che tanto a
cuore sta al Beatissimo Padre ». 14
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