Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Domenico De Gregorio
Il Card. Giuseppe Guarino

IntraText CT - Lettura del testo

  • CAPITOLO V    CARDINALE   DI   S.  ROMANA  CHIESA
    • 13.    La traslazione della salma in cattedrale
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 169 -


13.    La traslazione della salma in cattedrale

 

    Fin dai giorni del suo pio transito tanti suoi figli devoti, sacerdoti e secolari e specialmente le suore della S. Famiglia, speravano e si proponevano di onorarne meglio la salma, tumulandola definitivamente in duomo.

   


- 170 -


Per iniziativa dei canonici Giuseppe Scarcella, Giovanni Trischitta, Giuseppe Ciccolo, Francesco Vitale e del Parroco Gaetano Bianco si formò un comitato per preparare quanto necessario per la traslazione.

    Fu eletto presidente del comitato il principe di Castellaci e con i suddetti ecclesiastici ne furono membri anche il marchese di Codagusta e il Cav. Ernesto Ilardi.

        Fu indirizzato ai cittadini un manifesto in cui tra l'altro si diceva: « La venerata memoria della sua nobile condotta a cui reverente omaggio han fatto credenti ed avversari, varrà, più che qualsiasi altro stimolo a rispondere all'appello invocante il loro concorso alle supreme onoranze che la città si prepara a rendere all'Uomo benefico, al Prelato eminente che non del fasto della porpora si inebriava, ma del suo vivido color di fuoco, perché da esso traeva perenne incitamento a quell'amore e a quella carità che tanto gli covavano in cuore.

    Non la vasta dottrina della mente e la santità dei costumi, la cortesia dei modi e la conciliante prudenza del governo, che pur lo resero centro di vivo rispetto e di profonda ammirazione, bisogna ricordare oggi: no! ma solo la grande carità che lo rese sublime ».

    Si preparò anche un monumento con il mezzobusto del Cardinale opera del messinese cav. Zappalà e il 29 aprile 1907, ottenute le relative autorizzazioni, si procedette all'esumazione, presenti testimoni del comune, del capitolo e alcuni signori.

            La salma  -  fu allora verbalizzato -   è stata trovata vestita dai paludamenti pontificali, interi nelle parti, conservati discretamente, con pastorale, mitra, anello e croce al petto e pergamena nell'atto del seppellimento chiusa in bottiglia.

Il   cadavere fu rinvenuto integro, incorrotto, inalterato, come se da poco tempo fosse uscito dal letto di morte . . .  Nulla di guasto ai capelli, alla fronte, al naso, alle guance, alla bocca e questa dalle labbra alquanto schiuse facea vedere in bella mostra i bianchi denti . . .

Nel ricercare la croce vescovile di sotto le dalmatiche, in cui stava avvolta, fu con stupore constatato che la pelle del petto


- 171 -


conservava tuttavia una certa morbidezza. E com'essa, era anche consistente e flessibile il corpo in ogni sua parte, talché levato di peso due volte per essere deposto nella novella cassa di zinco non si scompose.

    La novità del fatto destò commovente ammirazione: lo stesso cappellano del camposanto e quanti con lui attendono al servizio necroscopico, confessarono di non avere riscontrato mai un caso simile nelle moltissime esumazioni colà eseguite ». 85

Il   can. Ferdinando Lentieri di Siracusa, prima che la salma fosse rinchiusa nella nuova cassa, lesse un breve discorso in cui, fra l'altro affermò:

    « L'Em.mo card. Guarino scelse tre modelli perfettissimi di vita pastorale per suoi speciali protettori: San Carlo Borromeo per lo zelo operoso, S. Francesco di Sales per la dolcezza della sapienza,     S. Alfonso dei Liguori per il discernimento perfetto. Con queste virtù camminò al cospetto della maestà divina nella verità, nella giustizia e nella rettitudine del cuore ». 86

    La sera del 3 maggio 1907 una mesta processione salmodiante dal cimitero si avviò in città e si sciolse nella chiesa della Maddalena dove il feretro venne deposto sotto la cupola.

    Domenica, 5 maggio, al salma, in solenne corteo, dalla Maddalena mosse per la cattedrale, sfilando per le vie cittadine colme di folla silenziosa e devota.

    Con l'Arcivescovo D'Arrigo erano presenti il capitolo, il clero regolare e secolare, le autorità civili, le associazioni religiose.

    Dai balconi piovevano fiori e cartellini esaltanti le virtù del Guarino. In duomo venne celebrato l'ufficio funebre e l'indomani mons. D'Arrigo con un solenne pontificale concluse le manifestazioni.

« La salma integra e santa -   scriveva il cronista -   ora riposa non sotterra, ma sospesa fra due chiese, quasi come campata


- 172 -


in aria, in mezzo ai suoi fedeli ed ai piedi del Sacramento d'amore e della Vergine Addolorata ». 87

Il terremoto del 1908 rispettò le reliquie di mons. Guarino perché tanto la bara quanto il monumento rimasero intatti.

 

 

 




85 Card. Cuarino, o. c., p. 55.



86 Ibidem. , p.54 - 55



87 Card Guarino, o. c., p. 50.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License