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9. Chierico e ostiario
« Fui efficace –
riprende il Guarino – nel pregare e ottenni dal santo vescovo mons. Montemagno,
francescano, la tonsura e l'ostiariato …
Ma come dirvi come io
fossi contento? Nel mio cuore era più che imperatore. Un regno intero non
avrebbe potuto darmi tanta consolazione »
Il Guarino ricevette la tonsura e
l'ostiariato il 21 dicembre 1838 da mons. Ignazio Montemagno, vescovo di
Agrigento, nella cappella del palazzo vescovile.18
«Il Natale di
quell'anno - continua - io fui ordinato. Entrare in Chiesa con la
tonsura e con
il zucchetto in
testa pareami cosa
sublime assai e
cominciai ad assumere
molta gravità nel portamento, la quale
non era che sentimento di superbia, come posso ben
giudicare, e non sentimento di virtù, di cui non era, né sono capace ancora. Venne a passare in
famiglia le sante feste mio padre e a vedere il mio contento ne fu lieto
anch'egli e mi benedisse.
Fui ammesso alle
scuole del seminario e precisamente alla seconda di grammatica. Ero felice.
L'anno appresso
sperava che mio padre mi avesse fatto chiudere nel seminario. Ma, venuto in
Montedoro un parroco novello che era versato a dare scuola, pensò mio padre di
farmi rimanere in patria e di farmi studiare presso di lui. Ne piansi
dirottamente e molto più ricordo una notte passata in continuo pianto. I miei
mi sentirono e fu mestieri che mi avessero in - 22 -
mille modi confortato.
Quanto pregai! quanto piansi! Voleva ad ogni costo essere chiuso in seminario.
E non aveva torto perché, nella
casa, di disciplina si discapita molto. Dio parla nel silenzio. Ed io, fuori il
mio centro, mi divagai quantunque sempre serio nel portamento ».19
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