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Domenico De Gregorio
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • CAPITOLO I    LA  FORMAZIONE
    • 10.  Entra nel seminario di Agrigento
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10.  Entra nel seminario di Agrigento

 

 

Il  seminario di Agrigento, che era stato fondato nel 1577 dal vescovo Cesare Marullo, di origine messinese, quando nel 1839 vi entrò il giovane Guarino si trovava in un periodo di forte ripresa promossa e favorita dai rettori Giuseppe M. Oddo (1832-1841) (e poi 1846-1855) e Innocenzo Rizzo-Gramitto (1842-1845) e specialmente, dopo il suo arrivo in diocesi, dal vescovo Domenico M. Lo Jacono (1844-1860).20

Il  rettore mons. Giuseppe M. Oddo (Sambuca di Sicilia 1781 - Agrigento 1863) era una delle più eminenti figure del clero agrigentino del tempo. Già arciprete di Sambuca - in cui aveva guidato nello spirito la ven. serva di Dio Sr. Vincenza Amorelli - chiamato in Agrigento fu professore di S. Scrittura, prefetto degli studi, maestro di spirito e poi rettore del seminario. Due volte eletto vescovo, non volle accettare la nomina, pur lavorando in diocesi come vicario capitolare e poi generale di mons. Lo Jacono e suo convisitatore.

Era un. uomo ricco di cultura ecclesiastica, di prudenza e abilità nei vari uffici e incarichi che espletò sempre in maniera superiore ad ogni elogio.

Prefetto  degli  studi  era  allora  mons. Innocenzo Rizzo-Gramitto21 che coprì pure le più alte cariche diocesane e fu anche


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vicario generale di mons. Lo Jacono. Era maestro di spirito un pio e dotto sacerdote, Don Angelo Schillaci (1800-1873), che esercitò quest'ufficio sino al 1848, quando gli successe un altro sacerdote esemplare, don Gerlando Dispensa (1804-1860).

Tra gli insegnanti che allora più si distinguevano ricordiamo, per le prime tre classi, di umanità Carmelo Cacciatore, Gaetano Gallega e Liborio Coffaro; per la retorica Giuseppe Caruso, per la filosofia Giuseppe Lauricella lodato dagli studiosi della filosofia siciliana come il Di Giovanni e il Catara-Lettieri.22

 Dal Libro di famiglia del seminario si può ricostruire tutta la carriera scolastica del Guarino che, per l'anno 1840-41, è ricordato come iscritto alla prima classe e ammesso come mezzo alunno, cioè con la riduzione di metà della retta dovuta, o mezza piazza franca, come si esprimerà lui stesso nei ricordi autobiografici. Fu ammesso per decreto del vicario capitolare.

Quell'anno entrò nel seminario il 19 ottobre e ne uscì il 14 maggio.23

Per i seguenti 1841-42 e 1842-43 sono segnate rispettivamente come date di Ingresso e di uscita il 21 ottobre e 10 maggio e il 18 ottobre e 2 giugno. Per gli altri due anni le date sono: 18 ottobre e 30 maggio per il 1843-44 e 18 ottobre, 23 maggio per il 1844-45. Per l'anno scolastico seguente è notata soltanto la data di ingresso, mentre per il 1846-47 si segna l'ingresso al 19 ottobre e l'uscita al 2 maggio.

In questo anno il Guarino cominciò a frequentare la teologia i cui principali insegnanti erano: per la dommatica il can. Giuseppe De Castro24 e il can. Alessandro Petta,25 per il diritto


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civile il can. Gaspare Gibilaro,26 per la Sacra Scrittura il can. Michele Montuoro,27  per la morale il can. Giuseppe Lo Bue,28 il can. Baldassare Rotolo per il diritto canonico29  e il can. Domenico Cannella per il diritto di natura.30

La formazione giuridica del Guarino, cominciata durante la teologia con maestri tanto validi e ricchi di dottrina ed esperienza, sarà poi completata nel quinquennio di collegiale.

Il Guarino compì la teologia nell'anno scolastico 1849-50 in cui entrò nel seminario il 28 ottobre e ne uscì il 3 giugno.

Ecco ora come il Guarino ricorda gli anni di seminario:

« Finalmente l'anno scolastico 1839, cioè in ottobre di quell'anno, ottenuta  una  mezza  piazza  franca  nel  seminario  vescovile  di  Girgenti,

poiché il mio paese aveva diritto ad un alunnato pei buoni uffici del principe di Campofranco, amico di mio padre, fui collocato in quel santuario di scienza e di virtù. Io mi sentiva beato; ma, ahimè! non seppi corrispondere a tanta grazia del cielo. Studiai veramente e per misericordia di Dio e meglio, perché con l'esteriore portamento illudeva tutti, fui amato dai miei superiori e non ebbi mai in dieci anni di quella dimora, la menoma correzione; sebbene molto severa fosse la disciplina dei seminaristi e la vita più austera che non si faccia negli ordini religiosi.

L'anno appresso mi diedero l'incarico di vice-prefetto della camerata dei piccoli. Io me ne gravava, non in principio perché fui lieto della distinzione, ma in progresso, quando ne avvertii


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il peso; molto più poi negli anni di seguito perché io studiava rettorica e belle lettere e frattanto facea da prefetto a giovani barbuti che studiavano teologia e molto più mi pesava il dover dare relazione della vocazione di coloro che dovevano essere ammessi al suddiaconato. Va a trovare quanti errori commisi tuttochè avessi fatto ogni attenzione a tal segno che mi diceano scrupoloso; non però i superiori.

Nelle scuole Iddio mi dava la grazia di profittare e i miei parenti ne eran contenti. I professori mi amarono sempre e il prefetto degli studi cogli esaminatori vollero darmi nelle scienze filosofiche naturali e sacre il primo posto accademico.

Il seminario era abbondantissimo di studenti e nella sola mia classe (cioè l'intero corso) eravamo centotre scolari in filosofia e ottantadue in teologia ».31




20 Sul seminario di Agrigento, cfr. A. LAURICELLA, Notizie storiche del seminario e collegio dei SS. Agostino e Tommaso, Girgenti 1897. Su Lo lacono cfr. D. DE GREGORIO, Ottocento ecclesiastico agrigentino,vol. I, Agrigento 1966.



21 Era fratello della madre di Luigi Pirandello.



22 Sul Lauricella cfr. D. DE GREGORIO, Profili di sacerdoti agrigentini. Firenze 1962, p.48 ss.



23 Il seminario di solito si chiudeva verso la metà di giugno, l'anticipo dell'uscita per il Guarino era dovuto a motivi di salute.



24 Giuseppe De Castro (1796-1871) filosofo, teologo, letterato e poeta insigne fu deputato al Parlamento Siciliano nel 1848. Cfr. D. DE GREGORIO, Ottocento ecclesiastico agrigentino, vol. 11, Agrigento 1868, p. 123.



25 A. Petta (1821-1877), cfr. ibid. p. 173 e SS. D. DE GREGORIOMons. Turano, Palermo, 1967, p. 82.



26 G. Gibilaro fu vicario capitolare. Cfr. Ottocento ecclesiastico agrigentino o.c., p. 5 e  ss.



27 M. Montuoro (1816-1880) uomo di grande pietà, visse tra i Filippini, dando esempi di rare virtù. La sua morte fu detta: Funus in terris festum in coelis. Lutto in terra, festa in cielo.



28 Giuseppe Lo Bue (1807-1888) letterato, canonista, storico e oratore sacro.



29 B. Rotolo (1823-1873) maestro di spirito professore di varie discipline, generosissimo con i poveri.



30 D. Cannella (1840-1886), Vescovo eletto, giurista, oratore sacro, cfr. Profili, o.c., p. 93.



31 Card. Guarino, p. 9






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