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CAPITOLO II
IL SACERDOTE
1. Le Ordinazioni
« Mentre studiava filosofia volli ricevere gli altri ordini minori per
evitare un viaggio in Caltanissetta ove ergevasi una novella cattedra vescovile
e la patria mia venia dal Papa smembrata da Girgenti e assegnata nella nuova
diocesi.
Quegli ordini ebbi da mons. Vescovo Lo Jacono, il natale del
1844.1 L'anno 1848 mi preparavo alle pubbliche conclusioni teologiche,
come era diritto e dovere del principe di teologia. Arrivai a compiere il primo
atto iniziativo, cioè l'apertura accademica delle dispute giornaliere con
apposito discorso in latino; ma la rivoluzione impedì il resto e il seminario
si sciolse.
Profittai di questo tempo per compiere gli affari relativi alla mia
ordinazione a suddiacono . . . Era questo il perno della mia vocazione; non
desideravo altro che legarmi indissolubiimente allo stato ecclesiastico. Per
quanto ricordo non ebbi mai tentazioni interne contro la vocazione, ma non me
ne mancarono delle esterne e in famiglia e fuori.
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Il mio fratello maggiore, sempre
però per affetto, mi tentava continuamente sino al momento che trovavomi in
ginocchio ai piedi dell'altare, per ricevere l'ordine sacro.
Mons. Vescovo di Caltanissetta, Stromillo,
teatino di Lecce, uomo di gran santità, mi amava con molta tenerezza fin da
quando ero giovanetto a 18 anni ed avea fretta per incardinarmi nell'ordine
sacro perché temeva di una leva forzata in quel tempo di rivoluzione.
Piacque finalmente al Signore riempirmi di
consolazione il 23 settembre 1848, giorno in cui dal lodato monsignore ebbi il
suddiaconato ».
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