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Domenico De Gregorio
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • CAPITOLO  II   IL SACERDOTE
    • 3.    La sua vita spirituale
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3.    La sua vita spirituale

 

 

Sulla sua vita spirituale durante il periodo della formazione in seminario il Guarino ha lasciato una preziosa confessione che lumeggia anche l'ambiente in cui viveva.

« Fin qui  continua nei suoi cenni autobiografici -avete notato di quante grazie mi abbondava il Signore, tuttochè macilento sempre in salute a segno che talvolta bisognai anticipare il tempo delle vacanze per rimpatriare in famiglia onde curare le mie indisposizioni di salute

I continui catarri e il costante dolore di petto davano molto pensiero a mio fratello il medico.

L'abito sacro e la disciplina rigorosa ed ecclesiastica valsero a temperare il mio carattere bilioso e intollerante e innestarono nel mio cuore fin da fanciullo l'amore al ritiramento e alla sobrietà. Non conobbi mai alcuno, di tutto e di tutti arrossiva e non esisteva per me altra cosa al mondo che il Seminario e nulla più. Seminario e famiglia ecco tutti i miei pensieri.

Non perciò non ero io ingratissimo al Signore. Poteva e doveva farmi santo e non ebbi cura di divenirlo, e tanto più sono colpevole in ciò perché nel seminario di nulla si difettava: l'orazione mentale era giornaliera e dovea rendersene conto la sera; l'esame di coscienza era pure giornaliero, la confessione frequente e poi, il mio padre spirituale facevami la carità di sentirmi quante volte io voleva, oltre i giorni stabiliti dalla regola del seminario.

 


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Avevamo molte ore di silenzio stretto. Ma è sempre vero ciò che insegna S. Tommaso che lo studio inaridisce e bisogna essere più frequente l'orazione.

Le vacanze poi passate in famiglia mi erano di grande divagazione di spirito; ma non pertanto io non le bramava che anzi, appena visti i miei, dopo otto giorni, desiderava il ritorno di ottobre per restituirmi al seminario. Fatto sta intanto che le vacanze duravano i quattro mesi di està. Io stava allora per lo più in casa e fatto grandetto, quando studiavo scienze sacre, non uscivo di casa che per gli atti di religione e poi tornavo a star solo in una stanza a studiare. Era mia delizia scherzare qualche poco con mia madre e con mia sorella e quando mi univa con secolari mi usavano il riguardo di non parlare di cose impertinenti.

Nonostante questi favori del cielo e queste mie inclinazioni ero ingratissimo al Signore ».




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