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6. Segretario del Giudice di Monarchia
In Sicilia, sin
dal tempo dei Normanni, vigeva una singolarissima istituzione: il Tribunale
della Regia Monarchia ed Apostolica Legazia. Il re di Sicilia aveva sulla
Chiesa siciliana l'autorità e le attribuzioni di un legato apostolico e le
esercitava per mezzo di un ecclesiastico chiamato giudice di monarchia.
Nel 1855 da sei
anni, era giudice di monarchia l'Arcivescovo mons. Diego Planeta che tenne
questa carica sino alla sua morte, nel 1858, quando gli successe il can. Cirino
Rinaldi che fu l'ultimo giudice di monarchia, dato che l'Apostolica Legazia fu
soppressa da Pio IX, dopo l'annessione della Sicilia al nuovo regno.7
Mons. Planeta,
nel 1855, avendo bisogno di un segretario, si rivolse al nipote mons. Giuseppe
Oddo, rettore del seminario di Agrigento, che gli propose il giovane Guarino.
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Ecco come quest'ultimo ne parla nei
citati cenni biografici: « Nel 1855 contemporaneamente fui onorato da quattro
vescovi: Mons. Lo Jacono, vescovo di Girgenti, mi volea con sé per farmi
lettore nel seminario e poscia di diritto canonico nel Collegio; mons.
Sterlini8 vescovo girgentino in
Calvi e Teano, nel Regno di Napoli, mi volea con sé professore di filosofia e
teologia nel seminario di Teano; mons. Stromillo mi desiderava in
Caltanissetta; mons. Oddo mi proponea a segretario di mons. Planeta, giudice di
monarchia in Palermo e mi imponeva di ubbidire in nome di Dio. Ero io passivo:
ne scrissi a papà il quale volle che venissi in Palermo e, avutane la
benedizione e il permesso del mio vescovo mons. Stromillo, venni qui il mese di
agosto 1855 ».
A suo nipote Pietro un giorno confidò: «
Ordinato sacerdote, tornato in Girgenti, avevo promesso in ginocchio dinanzi al
Crocifisso che non avrei mai nè desiderato, nè domandato cosa alcuna e che la
prima situazione che dai superiori mi fosse stata proposta, l'avrei accettata
come venuta da Dio. Ecco perché andai con mons. Planeta a Palermo
».7bis
Si può dire che i tre anni passati dal
Guarino come segretario del giudice di monarchia furono il degno coronamento
della sua formazione.
Mons. Diego Planeta (Sambuca di Sicilia 1794
- Palermo 1858) compiuti gli studi nel seminario e nel collegio di Agrigento,
aveva insegnato per 24 anni nel seminario di Monreale e aveva dato prove non
comuni di sapere e virtù; specialmente di carità durante la peste asiatica del
1837.
Arcivescovo di Brindisi e Amministratore
apostolico di Ostuni, nel 1849, fu nominato Giudice della Regia Monarchia e
Apostolica Legazia, consultore di stato in Sicilia e presidente della Pubblica
Istruzione.
Il padre Alessio Nalbone ne elogia non solo
la cultura giuridica e la prudenza nel trattare gli affari pubblici, ma anche
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la pietà e il profondo spirito sacerdotale che gli faceva praticare
penitenze, digiuni e mortificazioni. Si dedicava con molto impegno alla preghiera
e alle pratiche ascetiche.
Il Nalbone, che fu suo direttore di coscienza, ricorda che compiva la
sua confessione settimanale umilmente, con precisione e regolarità. «Uomo di
lettere mel dimostrano - egli aggiunge - i suoi profondi studi, uomo di Chiesa
le sue eccelse dignità, uomo di stato le eminenti sue cariche ed in tutte e
sopra tutte, uomo di Dio le sue rare virtù ».9
Il Planeta curò particolarmente le opere caritative e si ricorda la
costruzione dell'Orfanotrofio di S. Chiara in Brindisi in cui spese del proprio
1500 ducati. Soprattutto nella sua diocesi si interessò della formazione
spirituale del clero e dell'istruzione religiosa del popolo. Predicò spesso dei
corsi di esercizi spirituali e anche, finché gli fu possibile, volle accanto a
sè due sacerdoti, specialmente giovani, per educarli al santo ministero.
Alla scuola di un uomo così degno e meritevole il giovane Guarino
affinò e perfezionò la sua formazione sacerdotale ed apostolica.
« Nell'ufficio di segretario della monarchia - riprende il Guarino -
lavorai molto, ma proprio molto. Per più anni non conobbi bene Palermo:
studiare o scrivere e nulla più! Nelle domeniche confessavo nella Chiesa di S.
Domenico perché abitavo nel convento ed ivi celebravo la messa.
Il 4 aprile 1857 mi arrivò un
sovrano rescritto col quale venni nominato beneficiale della Magione; poiché,
intanto, vacava ivi un canonicato da conferirsi a concorso ed il re Ferdinando
II ordinò che concorressero tutti i beneficiali, concorsi - 36 -
anch'io il primo
luglio, trovandomi beneficiale sin dal 4 aprile ed il 6 agosto dello stesso
anno ebbi il possesso del canonicato.
A
mia insaputa, con
decreto di ottobre
1859 dato in
Portici, fui nominato Ufficiale
capo del 2° Carico degli affari ecclesiastici del Real Ministero e Segreteria
di Stato e lasciai la Monarchia ».
Durante questa sua attività presso il giudice
di monarchia il Guarino si interessò particolarmente delle controversie tra
Greci e Latini nella Chiesa di Sicilia a cui dedicò degli studi poderosi pronti
per la stampa ma che purtroppo non furono mai pubblicati. Essi sono:
- Sulle controversie tra il rito greco e il
rito latino di Palazzo Adriano durate quattro secoli.
Questo scritto erudito e ricchissimo di
riferimenti giuridici fu composto dal Guarino nella sua qualità di segretario
della speciale commissione stabilita per dirimere definitivamente la
controversia.
Apprezzatissimo alla corte di Napoli, fu la
base su cui, nel 1859, venne risolta l'annosa questione e restituita la pace ai
fedeli dei due riti in Palazzo Adriano.
- Sulle Parrocchie di Palazzo Adriano.
- Sulle esagerazioni delle facoltà accordate
al gran maestro Costantiniano contro le idee di Gallo e Giampollari.
- Sulla ciantria di Palermo (1870).
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