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8. Vacanze a Montedoro
Scrivendo nel 1884 a Concettina, moglie del
nipote Beniamino, figlio di suo fratello Paolino, così mons. Guarino rievocava
alcuni ricordi delle sue vacanze a Montedoro durante questi anni:
« Ho ricevuto con tanto gusto la tanto
desiderata lettera tua e del caro Beniamino a cui da piccino, quando ad un
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faceva il brigante e cantava Tantum ergo con voce sonorissima, ho voluto un bene immenso con
tenerezza stragrande.
È
bene sapere che io in ottobre, ciascun anno, o a solo, o in compagnia di uno
zio p. Maestro Guarino, domenicano, da Palermo andava a Montedoro a visitare la
mia santa madre e il mio veramente
patriarcale papà. In quel tempo Beniamino non era che a 7 o al più a 8 anni di
età (parlo quando avvenne il fatto che narro). Fattomi al balcone lo vidi sulla
via a tener passo (espressione di brigantaggio). Menava petrate a dritta e a
sinistra a chi passava, arrestava i suoi pari fermandoli con mano al loro petto
e intimandoli. Io, zitto. D'un tratto la campana della parrocchia dava l'avviso
della benedizione del Santissimo. Quel suono fu un elettrico; d'un tratto gettò
le pietre per terra e a tutta corsa recossi in chiesa. Andai in chiesa anch'io
e lo trovai con le manine afferrate al laccio della campana interna della
chiesa, perché credeva aver diritto esclusivo a suonarla all'uscire del
sacerdote dalla sacrestia e alla benedizione del Santissimo. Appena il curato
intonò il Tantum ergo gli fu sopra
con la sua voce argentina e forte; ma cantava un latino sui generis un'accozzaglia di s, m, t a beneplacito!
La
sera, poi, chiamatolo a me, lo baciai, lo ribaciai; ma egli che è stato sempre
un mariuolo, previde già una correzioncella e cominciava a far rosso il viso.
Indi lisciandogli bellamente la testa gli dissi soltanto: « Bravo il caro
Beniamino! Brigante in piazza e devoto in chiesa! Bel miscuglio! » Voleva
piangere, ma rammentando che era già grande si frenò …
Beniamino
nacque quando io era suddiacono, prossimo ad essere promosso diacono. Credeva
che al suo natale mi sarei trovato diacono e poiché doveva a forza passare da
Montedoro, perché da Girgenti, dove il vescovo era assente, dovea recarmi in
Caltanissetta dal mio vescovo per ricevere quel sacro ordine, essendo il
diacono ministro straordinario del battesimo, svolsi cento libri a cominciare
da San Tommaso, per trovare un caso da poterla fare da ministro ordinario e
così battezzare io al sacro fonte il nipotino. Ma allora io era più asino di
ora e cercava cosa impossibile a trovarsi. Conobbi dunque Beniamino nelle fasce
e lo tenni sulle braccia tutte le volte che io andava a rimpatrio per le
vacanze del Collegio di Girgenti dove fui educato dopo il seminario. Poi lo
vedevo ciascun anno in ottobre quando andava da Palermo. Considera adunque
quanto l'amo ». 12
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