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6. Le attività
pastorali a Siracusa
Subito dopo i primi approcci con il clero della città e della diocesi e
la necessaria conoscenza preliminare della situazione pastorale, mons. Guarino,
per meglio approfondirla e rendersene conto di persona, così da potere decidere
con cognizione di causa i provvedimenti più urgenti e meglio adatti ai bisogni,
il 2 settembre 1872 indisse la visita
pastorale.
Nella notificazione alla diocesi scriveva: « La visita dei pastori
della Chiesa, successori legittimi degli apostoli del Redentore, non è che la
riproduzione perenne della visita fatta dal Figliuol di Dio all'umanità; e
questa visita è stata eseguita costantemente nella Chiesa cattolica da una
successione di pastori non mai interrotta . Verremo, quindi, carissimi figlioli
e fratelli, a visitarvi nel nome del Signore e, confortati dallo Spirito Santo
già ricevuto nella nostra unzione Episcopale, ravviveremo la vostra fede mettendola
in guardia dalle false dottrine; vi comunicheremo la pace del Signore; vi
predicheremo il regno dei cieli; esamineremo i costumi per tutelarli se buoni,
correggerli se cattivi; solleveremo i deboli, rincuoreremo i buoni e, se pur ce
ne siano, ci studieremo di ricondurre all'ovile i traviati! Deh! che non ci
avvenga di trovare dei profanatori del tempio e delle cose sacre e dei
traditori del Nazareno ». 28
Prescrisse allora, per meglio prepararla, che la visita fosse preceduta
da una predicazione al popolo e al clero dei singoli paesi e prima di iniziarla
volle consacrare l'archidiocesi al Sacro Cuore di Gesù.
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Scriveva nella Notificazione: « Perché si sprigioni dal Cuore
Sacratissimo di Gesù il fuoco del santo amore e venga ad involvere nelle sue
fiamme i nostri cuori, per primo atto di santa visita faremo nella nostra
cattedrale la solenne dedica della intera diocesi al Cuore Divino dal quale
discendono la misericordia e la pace e questa dedica ripeteremo in ciascuna
parrocchia ». 29
Cominciò la visita dalla metropolitana e la condusse istancabilmente
sino all'aprile del 1874 quando, finalmente, potè concluderla.
La lunga vacanza della sede, i torbidi politici che avevano
caratterizzato l'ultimo quindicennio erano riusciti a rallentare la disciplina
del clero, ad intiepidire il fervore della vita religiosa e, cosa più grave, a
corrompere la vita morale di alcuni sacerdoti e di molti fedeli.
L'arcivescovo Guarino, con mano ferma, approntò i rimedi necessari
particolarmente a Monterosso Almo, a Lentini, a Carlentini, a Comiso.
Le difficoltà della sede vacante e del nuovo ordinamento dello stato
italiano avevano impedito
la nomina dei
canonici della cattedrale e delle
collegiate e di molti parroci per cui il
servizio divino era riuscito assai difficoltoso.
Per colmare subito i vuoti, il 16 dicembre 1872, nominò otto nuovi
canonici, momentaneamente onorari, che si impegnarono a prestare il dovuto
servizio corale in attesa di immetterli, appena possibile nel possesso delle
prebende.
Come suo vicario generale scelse mons. Antonio Casaccio e con il suo
consiglio provvide anche alle varie parrocchie e collegiate bisognose cosicché,
subito dopo i primi mesi del suo arrivo in sede, l'archidiocesi si avviava ad
un ritmo ordinato di vita religiosa.
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