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Domenico De Gregorio
Il Card. Giuseppe Guarino

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  • CAPITOLO IV   ARCIVESCOVO  DI  MESSINA
    • 1.         L'ingresso  a   Messina
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CAPITOLO IV

 

ARCIVESCOVO  DI  MESSINA

 

 

 

1.         L'ingresso  a   Messina

 

Prima di partire da Siracusa, il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine, indirizzò alla nuova diocesi una lettera pastorale in cui effondeva i sentimenti del suo animo: si sentiva « combattuto da due affetti rivali che lottavano nel suo cuore come i gemelli Giacobbe ed Esaù nel seno di Rebecca ». 1

Alle dimostrazioni di affetto dategli dai siracusani rispondeva con i suoi ringraziamenti e con le più larghe benedizioni:

« Siate sempre felici e benedetti nel Signore! Penetri questa benedizione nelle anime vostre e vi produca i frutti di vita sino al momento di muovere per l'eternità ».2

Confessate la sua incapacità e le sue debolezze, invocava la preghiera dei messinesi: «No, non chiedete per me lunga vita ricchezze, sebbene dimandate la sapienza per discernere il giusto. Questo discernimento mi è indispensabile e per me stesso e per  voi  perché  non  potrei  altrimenti  ben comporre la


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mia vita, , da vigile ed avveduto pastore, guidar voi alla beata eternità attraverso i pericoli che in gran copia si incontrano per via ». 3

Egli poi individuava nella carità la linea maestra del suo apostolato in Messina: « carità paziente che dissimuli, aspetti, sopporti il caduto; carità benigna che lo rialzi, lo tiri a e lo devii dall'abisso e mentre lo sopporta lo ami con ardenza. Piange codesta carità, ma per desiderio e amore, non per tristezza. Sia che ella ripieghi dolcemente verso i deboli, sia che i robusti coltivi, sia che i tristi redarguisca, offrendo varietà di medele a ciascuno, tutti ama come figliuoli. E mite se corregge, semplice se carezza, non suole inasprirsi che con benignità, non adirarsi che con pazienza, non isdegnarsi che con umiltà, offesa non reagisce, disprezzata richiama al bene ». 4

L'arcivescovo passava poi a porgere un saluto, ricco di ammonimenti e di consigli, al capitolo, ai parroci, ai sacerdoti secolari e regolari, alle monache e alle religiose e ai fedeli tutti, invocando le loro preghiere a Dio e alla Vergine Maria « nostra tenera Madre del cui nome ci gloriamo perché volga a noi benigni i suoi sguardi e non mai permetta che dai suoi figli beneamati si demeriti la promessa special protezione alla nostra città ». 5

Mons. Guarino il giorno 27 luglio prese possesso della diocesi per procura; giunse poi in treno a Messina alle 17,30 del giorno 3 agosto e fu accolto da una gran folla che lo accompagnò fittissima e plaudente mentre sulla carrozza di gala attraversava la città.

Dai balconi pavesati con drappi multicolori piovevano fiori e foglietti variopinti e si agitavano candidi fazzoletti in segno di saluto.

       Alla porta del Duomo fu accolto dal capitolo e dal clero; salito al soglio e ricevuto l'omaggio dei canonici e dei sacerdoti,


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pronunziò un discorso di saluto e poi presiedette alla funzione in onore della Vergine della Lettera perché quel giorno era di sabato.

       Terminata la sacra cerimonia, fu accompagnato al Seminario perché il palazzo vescovile non era ancora disponibile, essendo egli sfornito di regio exequatur.

      

 




1 Lettera pastorale al clero e al popolo di Messina. - Siracusa 1875, p. 3.



2 Ibid., p. 4.



3 Ibid., p. 7.



4 Ibid., p. 8.



5 Ibid., p. 24.






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