- 79 -
CAPITOLO
IV
ARCIVESCOVO
DI MESSINA
1. L'ingresso a Messina
Prima
di partire da Siracusa, il 16 luglio, festa della Madonna del Carmine,
indirizzò alla nuova diocesi una lettera pastorale in cui effondeva i
sentimenti del suo animo: si sentiva « combattuto da due affetti rivali che
lottavano nel suo cuore come i gemelli Giacobbe ed Esaù nel seno di Rebecca ».
1
Alle dimostrazioni di
affetto dategli dai siracusani rispondeva con i suoi ringraziamenti e con le
più larghe benedizioni:
« Siate sempre
felici e benedetti nel Signore! Penetri questa benedizione nelle anime vostre e
vi produca i frutti di vita sino al momento di muovere per l'eternità
».2
Confessate la sua incapacità e le sue
debolezze, invocava la preghiera dei messinesi: «No, non chiedete per me nè
lunga vita nè ricchezze, sebbene dimandate la sapienza per discernere il
giusto. Questo discernimento mi è indispensabile e per me stesso e per voi
perché non potrei
altrimenti ben comporre la
- 80 -
mia vita, nè, da vigile ed avveduto pastore, guidar voi alla beata
eternità attraverso i pericoli che in gran copia si incontrano per via ». 3
Egli poi individuava nella carità la linea
maestra del suo apostolato in Messina: « carità paziente che dissimuli,
aspetti, sopporti il caduto; carità benigna che lo rialzi, lo tiri a sè e lo devii
dall'abisso e mentre lo sopporta lo ami con ardenza. Piange codesta carità, ma
per desiderio e amore, non per tristezza. Sia che ella ripieghi dolcemente
verso i deboli, sia che i robusti coltivi, sia che i tristi redarguisca,
offrendo varietà di medele a ciascuno, tutti ama come figliuoli. E mite se
corregge, semplice se carezza, non suole inasprirsi che con benignità, non
adirarsi che con pazienza, non isdegnarsi che con umiltà, offesa non reagisce,
disprezzata richiama al bene ». 4
L'arcivescovo passava poi a porgere un
saluto, ricco di ammonimenti e di consigli, al capitolo, ai parroci, ai
sacerdoti secolari e regolari, alle monache e alle religiose e ai fedeli tutti,
invocando le loro preghiere a Dio e alla Vergine Maria « nostra tenera Madre
del cui nome ci gloriamo perché volga a noi benigni i suoi sguardi e non mai
permetta che dai suoi figli beneamati si demeriti la promessa special
protezione alla nostra città ». 5
Mons. Guarino il giorno 27 luglio prese
possesso della diocesi per procura; giunse poi in treno a Messina alle 17,30
del giorno 3 agosto e fu accolto da una gran folla che lo accompagnò fittissima
e plaudente mentre sulla carrozza di gala attraversava la città.
Dai balconi pavesati con drappi multicolori
piovevano fiori e foglietti variopinti e si agitavano candidi fazzoletti in
segno di saluto.
Alla porta del Duomo fu accolto dal
capitolo e dal clero; salito al soglio e ricevuto l'omaggio dei canonici e dei
sacerdoti, - 81 -
pronunziò un discorso di saluto e poi presiedette alla
funzione in onore della Vergine della Lettera perché quel giorno era di sabato.
Terminata la sacra cerimonia, fu
accompagnato al Seminario perché il palazzo vescovile non era ancora
disponibile, essendo egli sfornito di regio exequatur.
|