Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Domenico De Gregorio
Il Card. Giuseppe Guarino

IntraText CT - Lettura del testo

  • CAPITOLO IV   ARCIVESCOVO  DI  MESSINA
    • 4.         Il  Seminario  di  Messina
Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

- 87 -


4.         Il  Seminario  di  Messina

 

Don Lemoyne, il documentatissimo autore delle Memorie Biografiche di Don Bosco, ricavando le notizie, in massima parte, dalle lettere di mons. Guarino e dai salesiani che erano stati in contatto con lui, così scrive:

« Giunto a Messina mons. Guarino aveva trovato che da ottantadue anni non si pensava alla buona formazione del clero. Seminario distrutto in parte da terremoti, incendi e il restante edificio lurido e malconcio; studi incompleti e fatti alla carlona, chierici pochissimi. disciplina e ordine zero. È facile arguire le conseguenze che da questo stato di cose derivavano a tutta l'archidiocesi ».

« Il mio cuore - esclamava il Guarino scrivendo a Don Bosco -    scoppia nei gemiti più affannati del dolore. Si metta un po', ella che ha un cuore così sensibile - senza di


- 88 -


che non avrebbe potuto produrre opere così belle di carità nella mia posizione! Sprovvisto di mezzi, tutto solo, con una vasta diocesi sulle spalle, col dovere di rialzarla, gettato nell'impotenza ». 16

Qualche ecclesiastico istruito c'era, avendo studiato da sé o frequentato la regia università quando vi esisteva la facoltà teologica; ma nessuno sapeva che cosa fosse un seminario e come si educasse la gioventù. Monsignore aveva dovuto aspettare l'exequatur quattro anni, dopo di che si era dato subito a migliorare il       fabbricato, ma per l'andamento morale tutto restava da fare. Egli dunque pensò che bisognasse cominciare ab imo con una classe elementare preparatoria e poi il ginnasio; occorrevano però gli insegnanti e insieme un maestro di spirito che avesse l'intera formazione educativa. C'era bensì un rettore, ma abitava fuori. . . Consigliato anche dal Card. Bilio, Monsignore invocava i figli « dell'amoroso Don Bosco» onde supplicava:

« Deh! Padre consoli un cooperatore salesiano per la di lei grande bontà e quindi un suo figlio, indegno sì, ma figlio. Ah! non mi rigetti, mi stenda la mano e mi aiuti ».

Don Bosco non si mostrò contrario17 promise anzi che avrebbe aiutato mons. Guarino il più presto possibile. « Ma tardando tale possibilità ad affacciarsi - continua E. Ceria - l'arcivescovo ricorse all'intercessione di Don Guidazio (che era stato il primo direttore del collegio di Randazzo) presso il capitolo superiore, scrivendo il 27 maggio 1881: «Al venerando consesso io chiedo in grazia, in ginocchio. Apro al medesimo il mio cuore, dico che so amare e che i salesiani saranno i miei


- 89 -


figli prediletti, le gemme della mia infula episcopale, la corona della mia testa, la delizia del mio cuore, i compagni delle mie gioie, il conforto dei miei dolori . . .  Sono un poverello che chiede un tozzo di pane per la mia sposa alla porta di don Bosco ». 18

Ma il desiderio ardente di mons. Guarino non potè essere soddisfatto, non tanto perché non si era  riusciti, nemmeno con  l'intervento personale di

mons. Guarino presso il Papa e le Congregazioni Romane, ad ottenere la concessione ai salesiani di importanti privilegi goduti da altri ordini e congregazioni  religiose, ma  perché,  soprattutto,  come   scrive  il  Ceria ,  « nonostante le assicurazioni dell'Arcivescovo in contrario, non si vedeva come fosse conciliabile la presenza di un rettore in carica, poiché di rimuoverlo non vi era possibilità, con l'indipendenza ritenuta sempre necessaria da D. Bosco per i suoi istituti; inoltre le cose erano impostate in modo che dopo la morte del benevolo Arcivescovo nulla avrebbe garantito i salesiani da spiacevoli novità ». 19

Racconta il Can. A. M. Di Francia: « Quando Mons. Guarino venne in Messina, nell'agosto del 1875 la nostra città giaceva in un grande squallore e abbandono. E massime il seminario, cui visto esclamò accorato: Che Gerusalemme distrutta!

Ed egli che portava vive le impressioni del seminario di Girgenti, dove era stato educato per lunghi anni, si diede a rialzarlo. Sicché i chierici da dodici che erano, superate non poche difficoltà col governo, come quelle superate presso il ministro Di Falco per Siracusa, diventarono meglio che cento; le scuole non più limitate alla spiegazione del Catechismo Romano e all'insegnamento del domma, della morale e del diritto canonico, di gran lunga si accrebbero meno i corsi liceali; la disciplina grandemente in ribasso, venne tosto rialzata, il fabbricato del seminario prima restaurato ed in seguito per l'accrescimento dei chierici fu ingrandito di due grandi saloni e di molti accessori. 20

All'inizio del suo episcopato, mons. Guarino, non disponendo


- 90 -


nè dei locali adatti, nè di un corpo docente e di personale insegnante e dirigente all'altezza del compito, mandò i suoi chierici nel seminario di Noto. Quando fu possibile li richiamò a Messina, dopo aver restaurato, poco per volta, i locali e preparato i superiori e gli insegnanti più qualificati.

         Tra di essi si distinsero mons. Francesco Bruno, il can. B. Vitale che fu anche maestro di spirito, mons. L. D'Arrigo, il padre V. Caudo e mons. G. Basile.

         Quest'ultimo nel 1897 scriveva: « Chi conosceva il nostro seminario venti anni addietro e si fa ora ad osservarlo non può non rimanere profondamente ammirato per il suo rapido sviluppo. . . Per un incremento così splendido non fu risparmiata nessuna spesa e fatica dal nostro amatissimo arcivescovo e la diocesi tutta ha cominciato già a raccogliere gli abbondanti frutti di tanto apostolico zelo.

         A base della buona riuscita dei chierici il card. Guarino ha messo un ottimo avviamento alla pietà, un'esatta cultura religiosa, prescegliendo nel clero di Messina chi meglio potesse reggere ed avviare santamente i candidati all'altare.

       Il seminario è stato il prediletto beniamino del nostro porporato pastore, il quale vi ha preso sempre una parte attiva ed immediata visitandolo spesso di persona e prendendone minuto conto ». 21

       Quasi in un consuntivo, mons. Guarino stesso così, nel 1885, ne scriveva all'Arcivescovo di Palermo: « Dove nell'attuale estrema penuria di sacerdoti ho potuto è stata necessità assoluta mutare certi cappellani curati e sostituire canonicamente qualche arciprete. Ho dovuto agire contro natura; me ne sono ammalato, sono invecchiato. Fra i 142 parrochi e cappellani curati è facile vedere che non tutti stiano al posto. V. E. conosce bene queste contrade e ancora ricorderà Patti per compatirmi. E nella stessa città quanti mali? Quanto abbandono! Ho dovuto, a forza di enormi sacrifici, quasi riedificare il seminario. Trovai i seminaristi sotto tegole! Trovai il seminario un orrore! Ed


- 91 -


ora credo che non sia troppo inferiore agli altri dell'isola. Il tempo, spero, mi darà l'opportunità di fornirlo di professori più elevati; per le lettere e le scienze sacre va bene ». 22

       Una cura particolare rivolse anche agli alunni esterni del seminario che volle fossero attentamente seguiti e vigilati anche nel periodo in cui dimoravano in casa e in parrocchia; e affidò il compito di riunirli, per incrementarne la vita spirituale, al can. A. M. Di Francia.

 

 




16 E. CERIA, Memorie biografiche di Don Bosco, vol. XV, pp. 289- 290.



17 All'invio dei Salesiani don Bosco, forse tra il serio e il faceto, aveva posto una condizione: voleva che Monsignore gli ottenesse da Roma la comunicazione dei privilegi (concessi dalla S. Sede agli altri antichi ordini religiosi). Recatosi nella città eterna fece realmente quanto fu in suo potere, ma non venne a capo di nulla .. . Non per tal motivo i salesiani non andarono allora ad occuparsi del seminario. Memorie Biografiche, o. c., p. 291.



18 Ibid, p. 291.

 



19 Ibid, p. 291.



20 Card. Guarino, o. c., p. 13.



21 Il giubileo episcopale - Maggio 1897, p. 2.



22 ASDP - Lettera al Celesia del 16-12-1885.






Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License