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Domenico De Gregorio Il Card. Giuseppe Guarino IntraText CT - Lettura del testo |
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7. Fondatore delle Apostole della S. Famiglia
Una delle opere più belle del Card. Guarino, che tuttora ne perpetua la paternità spirituale, fu la fondazione di una nuova congregazione religiosa: quella delle « Piccole Serve della Sacra Famiglia » oggi denominata delle Apostole della S. Famiglia. La sua prudenza, forse un po' eccessiva, - ma spiegabile con la lotta ingaggiata in Italia contro le istituzioni ecclesiali, la soppressione degli ordini e delle congregazioni religiose e la atmosfera anticlericale in cui operava - e soprattutto la sua umiltà e talune circostanze ambientali, specie dopo la sua morte, ne fecero quasi dimenticare, con la verità storica, anche il nome. Ma è doveroso, oggi, riconoscere a mons. Guarino questo altro titolo alla riconoscenza dei posteri, dentro e fuori la sua diocesi, anche perché il suo spirito informi tutte le attività delle sue figlie. Un gruppo di giovani Figlie di Maria di San Pier Niceto, nell'archidiocesi di Messina, animate dal desiderio di consacrarsi al Signore in opere di apostolato per il sollievo dei poveri e dei bisognosi, per mezzo della loro direttrice, Emanuela David, e dell'arciprete del paese d. Sebastiano Visalli, chiese a Mons. Guarino di potersi costituire in comunità religiosa sotto la regola che egli credesse più adatta per raggiungere gli scopi che si prefiggevano: la santificazione propria nelle opere caritative e di apostolato. Mons. Guarino, dopo ponderato esame, accolse la loro richiesta e poiché gli scopi coincidevano con quelli di una analoga istituzione di Palermo per cui egli preparava le Regole, le compose anche per loro. Così scriveva alla David il 18 dicembre 1885: « Discenda su di voi e sulle vostre compagne l'abbondanza delle benedizioni del cielo e vi allieti l'infante Gesù dei suoi più deliziosi carismi Ho avuto la vostra lettera del 12 di questo mese. Nessuna cosa fra tante pene ed angosce che mi danno gli attuali tempi depravati riesce più gioconda e confortevole al mio cuore quanto il vedere delle buone giovinette zelanti della gloria di Dio dedicarsi al servizio di Sua Divina Maestà coi vincoli soavissimi dei santi voti, appartandosi dalla comune corruzione! Io non so dirvi pertanto quanta consolazione mi abbiate dato con l'annunzio del vostro egregio sig. Arciprete e la vostra cara lettera. Dio ne sia benedetto! Volete vedere nell'opera vostra la volontà di Dio? Ecco: ci siamo incontrati nello stesso pensiero senza saperlo. Io, richiesto da una nobile, ricca e santa signorina di Palermo, sto preparando le regole di un istituto il quale avrà per oggetto quello stesso che voi mi avete espresso. Mirabile coincidenza! Ed io sono lietissimo di dirvi che il nostro di S. Pier Niceto nascerà prima e sarà la prima casa. Però darà incentivo a quello di Palermo e ne faciliterà la via ». 45 Mons. Guarino prese a cuore il progetto e lo realizzò aiutando le giovani in tutte le maniere: non solo scrisse la regola, ma si interessò minutamente della vita delle suore, dei locali, del loro abito, del loro sostentamento, del loro lavoro, dei loro problemi piccoli e grandi come solo poteva fare il padre e il fondatore della nascente congregazione. Tale fu sempre considerato sia dalle suore come dal clero locale e della diocesi 46 e tale egli si considerava e come tale agiva in ogni suo atto. Nel 1894 in una lettera al nipote, parlando della Sacra Famiglia diceva: « Io poi ho eretto confraternite sotto questo titolo e un eccellente stabilimento di scuole femminili ». 47 Quando poi furono composte le regole, il 25 luglio 1886, mons. Guarino scriveva alla David: « Per l'istituto di Palermo han dovuto farsi parecchie modifiche le quali non avran luogo pel nostro di 5. Pier Niceto . . Per le modifiche fattesi in Palermo non trattasi già di identico Istituto, ma di due istituti diversi . . . Intitolerò l'istituto di 5. Pier Niceto « Congregazione delle Piccole Serve della Sacra Famiglia » e così renderò un omaggio perpetuo a Gesù, Maria, Giuseppe dei quali per misericordia di Dio sono tenerissimo. Fate presto, affrettatevi, quando verrò in sacra visita vorrei trovarvi riunite e benedirvi a gran cuore, come mie figlie primogenite. Io ho fiducia che nelle regole troverete in miniatura il vostro spirito, le vostre inclinazioni, la vostra vocazione ». 48 La vita comune iniziò nell'estate del 1888 con tre suore di cui la David, con il nome di Suor Margherita Maria, venne da mons. Guarino nominata superiora. Lo scopo delle Piccole Serve della Sacra Famiglia era quello di santificarsi praticando la carità in tutte le forme per loro possibili. S. Francesco di Sales, - la cui spiritualità permea tutta la Regola - per le Visitandine stabiliva l'autonomia di ogni singola casa e anche mons. Guarino aveva previsto che altre possibili comunità, pur guidate dallo stesso spirito, vivessero in piena indipendenza. Nel 1890 Mons. Guarino autorizzò il parroco Bianco perché nella sua parrocchia di S. Maria dell'Arco si costituissero in comunità le giovani Carmela Auteri, Maria Ferrara, Maria Famà per formare una casa religiosa sul modello di quella di S.Pier Niceto. Dai verbali risulta che il parroco Bianco ebbe dallo stesso Arcivescovo l'incarico della direzione spirituale. La casa della Sacra Famiglia di Messina fu completamente autonoma da quella di S. Pier Niceto, pur avendo la stessa regola, lo stesso vestito e anche frequenti scambi epistolari e di fraternità. 49 La casa di S. Pier Niceto si sviluppò e le sue suore si dedicarono in modo particolare all'istruzione religiosa delle ragazze e delle giovani, all'assistenza delle malate a domicilio o al ricovero e al servizio delle povere rimaste senza aiuto e senza parenti. Per una serie di vicende dolorose - che sarebbe fuor di luogo narrare - fu chiusa dall'autorità ecclesiastica nel 1900, mentre quella di Messina prosperò, dedicandosi all'educazione e all'istruzione della gioventù. Purtroppo anche su di essa si addensò la bufera e venne la catastrofe con il terremoto del 1908. Sopravvissero solo cinque suore che, avendo perduto ogni cosa, furono ospitate in vari luoghi e anche fuori diocesi, come Acireale e perfino a Tortona, nell'Istituto di D. Orione. Tra di esse, estratta dalle macerie dopo giorni, era una delle prime tre suore della casa di Messina: Suor Maria Teresa Ferrara. Tenacemente attaccata alla Congregazione delle Piccole Serve della S. Famiglia, non solo non volle farsi assorbire da altre istituzioni, ma concepì l'utopistico disegno - come sembrava a tutti - di mantenerla in vita e riportarla alla prosperità. Tornata nel 1912 a Messina - in spe contra spem - tra lotte e contrarietà di ogni genere, con una immolazione costante durata molti anni e sacrifici che solo l'eroismo della santità può spiegare, riuscì a riaprire una casa, a riacquistare ciò che apparteneva alla S. Famiglia e a riportare la sua Congregazione alla miracolosa fioritura odierna. Nel 1976 il III Capitolo Generale delle Apostole della S. Famiglia in ottemperanza al Concilio Vaticano II che invita i religiosi a rivivere il carisma e le finalità proprie dei Fondatori,50 riaffermò, sulla base di molti ed inoppugnabili documenti storici, la diretta, legittima filiazione dal Card. Guarino al cui spirito che vive nella regola esse intendono conformarsi perché lo considerano, quale egli è, loro Padre e Fondatore.51
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45 Archivio Apostole della S. Famiglia (AASF). Lettera di mons. Guarino del 18-12-1885. 46 « In mezzo alle gravi occupazioni del suo grande ministero Egli trovò largo di occuparsi della fondazione di un istituto religioso di Vergini consacrato alla Sacra Famiglia . . . Egli stesso volle scrivere la regola di questa comunità' religiosa di cui già si contano tre case, l'una in S. Pier Niceto, l'altra in Palermo ed una terza, che sarebbe la più importante, in Messina, sotto il nome di Istituto Leone XIII, dove le suore della Sacra Famiglia fanno un gran bene alla gioventù femminile con le scuole e col convitto ». Giubileo Episcopale, Maggio 1897, p. 3. 47 Famiglia Guarino - Lettera del 1894. 48 AASF - Lettera del 25-7-1886. 49 Il verbale di apertura della casa di Messina comincia con queste parole: « L'anno milleottocentonovanta, il giorno ventitre novembre in Messina. Sono presenti nella casa a primo piano sita in via S. Leone, n. 37 il rev.do Parroco Gaetano Bianco di S. Maria dell'Arco e le giovani Carmela Auteri, Maria Ferrara, Maria Famà . . . Il suddetto parroco dichiara di avere ricevuto da S. E. Mons. Arcivescovo la facoltà di aprire una casa religiosa sotto gli auspici della S. Famiglia e di avere ricevuto scritta ed approvata dalla medesima Eccellenza sua una regola per la costituzione e norma della medesima casa. Poiché tempo innanzi si erano presentate le cennate tre giovani, per volere far parte di essa comunità . . . dietro di averne sperimentato, per quanto si è potuto, la loro vocazione, inteso pure il consiglio del cennato prelato, le ha accettate nel giorno di cui sopra e ammesse al noviziato ». AASF - Libro dei verbali della casa di Messina. 50 Concilio Vaticano II, Perfectae Caritatis, 2. 51 È in preparazione uno studio completo e particolareggiato sulla Congregazione delle Apostole della S. Famiglia dalle origini ai nostri giorni in cui si dimostra ampiamente che mons. Guarino è il vero fondatore di essa. |
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