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Domenico De Gregorio Il Card. Giuseppe Guarino IntraText CT - Lettura del testo |
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14. A Gazzi e a Castanea
L'unico riposo che mons. Guarino si concedeva non lo allontanava dalla Chiesa messinese e dai suoi problemi, perché amava ritirarsi in un podere della diocesi, a Gazzi o a Castanea. Nel 1880 ne scriveva al Card. Celesia: « Sebbene i reumi della scorsa primavera siano stati più lievi degli anni precedenti, pure mi diedero un po' di fastidio. L'aria di questa campagna (di Gazzi) mi è giovata molto ed io son solito passarvi l'està tutti gli anni, perché l'episcopio, umidissimo di inverno per la sua cattiva esposizione e caldissimo in està, sino a farmi saltare in aria la testa, è inabitabile nei mesi di grandi calori ».89 Il nipote Pietro Guarino ricorda le sue passeggiate in quel tempo di riposo e la serenità che si godeva in quel bellissimo angolo di Sicilia: « Oh! la pace di Gazzi! La sera brillava oltre quel divino mare dello stretto, Reggio, circondata da un diadema di luci. Nulla era più bello di quella visione, quando la luna o la corona delle costellazioni illuminavano il declivio della vigna e quindi il mare e quindi i monti dell'altra riva. Io godevo estasiato dello spettacolo che portava lo spirito al di là della terra . . . Lo zio nel suo studio lavorava, scriveva fino a tarda notte, rispondendo alle lettere private che, ogni giorno, da ogni parte gli giungevano. 90 Anche durante il suo soggiorno a Gazzi mons. Guarino era sempre con l'occhio vigile su quanto avveniva in diocesi. Nel settembre del 1885 si parlava di colera in Sicilia e in Palermo. Scrivendone al Card. Celesia gli diceva: « In Messina la situazione pubblica è perfetta e però posso prolungare la mia dimora in Gazzi: se un sol caso avvenisse (quod absit!) correrei subito in città, a mettermi, con l'aiuto di Dio, alla testa del servizio spirituale agli infermi. 91 La signora Maria Du Chaliot, figlia di Concetta Guarino, che fu l'ultima figlia di Concetta e Beniamino Guarino, racconta: « Aspettava le vacanze scolastiche per avere con lui i nipotini a villeggiare a Castanea, vicino Messina, nel periodo estivo. Arrivavano in sei, accompagnati dalla governante Carolina Stuart: il più grande, dieci anni, la più piccola due. Mia madre era molto espansiva e non provava quel riverente timore dei fratelli alla presenza dello zio cardinale, non si limitava a baciargli l'anello, gli saltava al collo abbracciandolo affettuosamente, con grande disapprovazione dei fratelli che la rimproveravano, cercando di frenarla; al che il Cardinale diceva: lasciatemela! La bambina ha bisogno di affetto, così impariamo a conoscerci! Nei momenti di libertà dal suo ministero, amava sedersi a parlare con i nipotini e con il dialogo scoprire i loro temperamenti. Di ognuno di loro disse con esattezza l'inclinazione e consigliava il nipote in merito. La sua camera da letto era distante dalla stanza dove usava intrattenersi con loro; per raggiungerla bisognava percorrere altre stanze e un corridoio ed egli ritualmente diceva: Chi di voi va a prendermi la tabacchiera che ho dimenticato sul comodino? Nessuno si muoveva perché timorosi delle stanze buie da attraversare: non c'era luce elettrica, ma solo lumi a petrolio e candele. Concetta scattava pronta correndo a prenderla, felice di potersi rendere utile allo zio tanto buono. Egli sorrideva e sussurrava: Tu sei coraggiosa, non hai paura perché sei buona e chi è buono non teme! ». 92
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89 ASDP - Lettera al Celesia, senza data del 1890. 90 Montedoro, o. c., p. 58. 91 ASDP - Lettera al Celesia dell'11-9-1885. 92 Maria Du Chaliot - Appunti - Arch. ASF - Messina. |
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