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Domenico De Gregorio Il Card. Giuseppe Guarino IntraText CT - Lettura del testo |
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13. Direttore di coscienza
In tutti i periodi della sua vita, nelle varie incombenze del suo ministero pastorale, mons. Guarino non tralasciò mai la cura diretta delle anime come confessore e direttore di spirito. A Palermo, particolarmente, dirigeva un gruppo di anime che poi passarono ad ordini e congregazioni religiose e anche da vescovo riusciva a guidare per lettera chi si rivolgeva a Lui. « La sua attività episcopale non gli impediva di dirigere da lontano alcune anime che volevano essere guidate da lui nella via della perfezione. Si era formata a Palermo una congregazione di pietosissime persone che vivevano una vita di elevazione spirituale. Ricordo una nobilissima figura del laicato di Palermo... il cav. Francesco Landolina di Rigilifi, principe di Torrebruna, uomo sopra tutti veramente ottimo, cattolico fervente, signore caritatevole, espressione della più simpatica bontà. Qualche dama gentile di quella società eletta prese il velo ed ebbe mansioni importanti tra le Figlie di S. Anna ». 30 Durante la sua dimora a Palermo conobbe e fu anche direttore spirituale di Madre Maria Rosa Zangara, fondatrice delle Figlie delle Misericordia e della Croce, e partecipò alle riunioni con cui i sacerdoti Evola, Rampello, Pennino e qualche altro discutevano sui fenomeni mistici della Zangara e sul modo come dirigere nelle vie dello spirito quest'anima straordinaria. « Conobbe anche lui la Zangara - scrive il padre Antonino da Castellammare - anche lui la stimò, anche lui la venerò, altrimenti non si sarebbe interessato di lei. E, non solo la conobbe, ma più tardi ebbe occasione di difenderla e di impostarne decisamente lo spirito ». 31 Quando, già arcivescovo di Messina, le discussioni sulla Zangara diventarono più preoccupate per la straordinarietà dei fenomeni mistici, a nome degli altri teologi che si occupavano del caso, fu richiesto dal padre Evola di un suo parere sulla condotta della suora. Egli scrisse, come narra il padre Safina, che « l'ubbidienza mostrata da Rosa in tali prove era la più fine e perfetta, mentre in tale anima vi era lo spirito di Dio e suggerì che dichiarassero alla povera anima che non aveva fatto peccato e che non era mancata perciò nell'ubbidienza in tutto quello che in essa era accaduto ». 32 « La risposta dell'Arcivescovo di Messina - commenta il padre A. da Castellammare - fu accolta a Palermo come una sentenza di cassazione. All'istante disparvero i dubbi, i timori, le difficoltà; all'istante si quietarono tutti, tutti si serenarono e smisero subito dal più provare e tormentare quella povera vittima. Si persuasero definitivamente quella della Zangara essere un anima eccezionale, un'anima veramente privilegiata da Dio e si convinsero perfettamente il vero direttore di lei essere Gesù Cristo, per cui si rimisero pienamente, ed una volta per sempre, alla sovrana volontà di Nostro Signore. Come trovarono la serenità e l'orientamento i teologi di Palermo,così la Maria Rosa trovò la pace perfetta e la perfetta impostazione dello spirito. Ma di tanto bene, ella fu debitrice all'anima santa ed illuminata di mons. Guarino, anch'esso suo antico direttore ».
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30 Montedoro, P. Guarino, p. 58. 31 Padre A. da Castellammare - La madre suor Maria Rosa Zangara, fondatrice delle Figlie della Misericordia e della Croce, Palermo 1938, p. 174. 32 Ibid., p. 105. |
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