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Vittorio Alfieri
Saul

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  • ATTO III
    • Scena prima
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ATTO III

Scena prima
David, Abner

ABNER

Eccomi: appena dal convito or sorge
il re, ch'io vengo a' cenni tuoi.

 

DAVID

Parlarti
a solo a solo io volli

 

ABNER

Udir vuoi forse
della prossima pugna?

 

DAVID

E dirti a un tempo,
che me non servi; ma ch'entrambi al pari
il popol nostro, il nostro re, l'eccelso
Dio d'Israèl serviamo. Altro pensiero
in noi, deh! no, non entri.

 

ABNER

Io, pel re nostro,
del di cui sangue io nasco, in campo il brando
sanguinoso rotai, già pria che il fischio
ivi si udisse di tua fionda

 

DAVID

Il sangue
del re non scorre entro mie vene: a tutti
noti sono i miei fatti: io non li vanto:
Abner li sa.-Deh! nell' obblio sepolti
sian pur da te; sol ti rammenta i tuoi:
emulo di te stesso, oggi tu imprendi
a superar solo te stesso.

 

ABNER

Il duce
io mi credea finor: David non v'era:
tutto ordinar per la vittoria quindi
osai: s'io duce esser potessi, or l'odi.-
Incontro a noi, da borea ad austro, giace
per lungo, in valle, di Filiste il campo.
Folte macchie ha da tergo, è d'alti rivi
munito in fronte: all' orïente il chiude
non alto un poggio, di lieve pendìo
ver esso, ma di scabro irsuto dorso
all'opposto salire: un'ampia porta
s'apre fra' monti all'occidente, donde
per vasto piano infino al mar sonante
senza ostacol si varca. Ivi, se fatto
ci vien di trarvi i Filistei, fia vinta
da noi la guerra. È d'uopo a ciò da pria
finger ritratta. In tripartita schiera
piegando noi da man manca nel piano,
giriamo in fronte il destro loro fianco.
La schiera prima il passo affretta, e pare
fuggirsene; rimane la seconda
lenta addietro, in scomposte e rade file,
certo invito ai nemici. Intanto, scelti
i più prodi de' nostri, il duro poggio
soverchiato han dall'oriente, e a tergo
riescon sovra il rio nemico. In fronte,
dalle spalle, e dai lati, eccolo, è chiuso;
eccone fatto aspro macello intero.

 

DAVID

Saggio e prode tu al pari. All' ordin tuo,
nulla cangiare, Abner, si debbe. Io laudo
virtude ov' è: sarò guerrier, non duce:
e alla tua pugna il mio venir null'altro
aggiungerà, che un brando.

 

ABNER

Il duce è David:
di guerra il mastro è David. Chi combatte,
fuorch' egli, mai?

 

DAVID

Chi men dovria mostrarsi
invido, ch' Abner, poich' ei val cotanto?
Ottimo, ovunque io 'l miri, è il tuo disegno.
Gionata ed io, di qua, verso la tenda
di Saùl schiereremci; oltre, ver l'orsa,
Us passerà; Sadòc, con scelti mille,
salirà il giogo; e tu, coi più, terrai
della battaglia il corpo.

 

ABNER

A te si aspetta;
loco è primiero.

 

DAVID

E te perciò vi pongo.-
Ascende il sole ancora: il tutto in punto
terrai tu intanto, ma non s' odan trombe
fin che al giorno quattr'ore avanzin sole.
Spira un ponente impetuoso, il senti;
il sol negli occhi, e la sospinta polve,
anco per noi combatteran da sera.

 

ABNER

Ben dici.

 

DAVID

Or, va'; comanda: e a te con basse
arti di corte, che ignorar dovresti,
pregio non tor di capitan, cui merti.




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